Europee 2024, Mariateresa Vivaldini: «A Strasburgo nell’interesse del nostro territorio»

Stefano Zanotti
Dopo anni di lavoro tra Pavone Mella - dov’è stata riletta sindaca per la terza volta - e in Provincia, da luglio siederà tra i banchi del Parlamento europeo
Mariateresa Vivaldini ha raccolto 18.787 preferenze © www.giornaledibrescia.it
Mariateresa Vivaldini ha raccolto 18.787 preferenze © www.giornaledibrescia.it
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Mariateresa Vivaldini è stata la seconda bresciana più votata alle elezioni europee con 18.787 voti: un dato che la colloca al settimo posto nella lista di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nord-Ovest. Dopo anni di lavoro tra Pavone Mella - dov’è stata, nel frattempo, rieletta sindaca per la terza volta - e in Provincia, da luglio siederà tra i banchi del Parlamento europeo e promette «un impegno costante per il territorio bresciano e per valorizzare l’Italia nell’Unione europea».

Si aspettava questo successo?

Ho fatto politica per 25 anni e ho sempre desiderato un risultato di questa portata. Non me lo aspettavo. Sono molto felice e credo di aver fatto un grandissimo lavoro insieme a tutta la mia squadra: abbiamo puntato molto su Milano e questo alla fine ha fatto la differenza, permettendomi di ottenere tante preferenze. Oltre alla contentezza sento addosso una grande responsabilità perché nei prossimi cinque anni decideremo il futuro dell’Italia, delle nostre aziende e della nostra agricoltura: per questo sarò in prima linea e mi batterò con forza e decisione.

Conferma che il suo obiettivo principale sarà quello di difendere l’Italia in Europa?

Assolutamente sì. Il nostro territorio, ma anche i valori della nostra identità sono aspetti prioritari. Come ho detto più volte l’Unione si deve occupare dei macro temi, soprattutto della politica estera e della difesa, lasciando agli Stati membri l’autonomia decisionale su altre tematiche. Voglio essere un tramite importante sia per i Comuni che per le imprese, perché in Europa ci sono tantissimi fondi da sfruttare: è fondamentale riuscire a portarli nel nostro Paese e garantire un aiuto concreto ai lavoratori.

Gli italiani hanno confermato di credere in FdI, ma saranno i partiti europeisti ad avere la maggioranza in Parlamento.

Sì, ma sappiamo di essere forti. L’asse si è spostato a destra e abbiamo perso tanti ambientalisti ideologici. Anche io mi sento ambientalista, ma non bisogna dimenticarsi della sostenibilità economica e sociale. I Conservatori e riformisti europei sono il quarto gruppo in Parlamento e al loro interno noi di Fratelli d’Italia rappresentiamo il partito più importante: questo è un dato di fatto, che ci permetterà di influenzare le scelte politiche.

È possibile adesso un’Europa più confederale?

Lavoreremo per provare a raggiungere questo obiettivo, togliendo un po’ di potere alla Commissione. Si deve fare più politica, lavorando con gli altri europarlamentari eletti: il gioco di squadra è fondamentale, senza dimenticarsi dei lavori in cui crediamo. Abbiamo un capo delegazione molto forte come Carlo Fidanza, ci guiderà lui. Io inizierò ascoltando per cercare di imparare il prima possibile.

Essere in FdI certamente l’ha aiutata, ma quale fattore ha fatto la differenza per portarla in Europa?

Il grande lavoro che ho sempre fatto a contatto con la cittadinanza. Tanti non appartenenti al mio partito mi hanno scritto che avrebbero voluto votare un sindaco, una persona in grado di amministrare e di fare politica. Il connubio tra esperienza e vicinanza agli elettori è stato fondamentale.

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