Come si vota alle elezioni europee
Si vota sabato 8 e domenica 9 giugno per le elezioni europee e per le elezioni amministrative: in 144 Comuni bresciani si rinnovano sindaco e consiglio comunale.
Qui trovate il canale Europee 2024, con tutti gli approfondimenti e le interviste su questa tornata elettorale. Qui trovate tutte le puntate di «La Tribuna», il podcast di avvicinamento alle Europee di Carlo Muzzi con analisi Paese per Paese, per un utile ripasso prima del voto.
Dal 6 al 9 giugno in Europa si tengono le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo. In Italia si vota l’8 e il 9 giugno: i seggi sono aperti sabato dalle 15 alle 23 e domenica dalle 7 alle 23.
Attualmente gli eurodeputati sono 705, dopo queste elezioni saranno 720. All’Italia spettano 76 seggi, ripartiti in cinque circoscrizioni: la fetta maggiore, ossia 20 poltrone, andrà al nostro collegio, il Nord-Ovest (che comprende, oltre alla Lombardia, anche Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta); 15 seggi saranno per il Nord-Est, 15 per il Centro, 18 per il Sud e otto per le Isole.
Quali documenti portare
Per votare alle elezioni europee bisogna portare con sé al seggio un documento d’identità, la tessera elettorale ed eventuali altri documenti necessari (come l’attestazione per gli studenti fuori sede o la documentazione medica per le persone con disabilità per il voto assistito).
Gli uffici dell’anagrafe di Brescia restano aperti in questi giorni con orari straordinari: li trovate qui, sia per la sede centrale in Broletto sia per quelle decentrate nel resto della città.
Com'è fatta la scheda elettorale
Chi vota nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale, dunque tutti i residenti in provincia di Brescia, al seggio ritirerà una scheda elettorale grigia con dodici liste da portare nella cabina. Il facsimile è nella fotografia di copertina di questo articolo. Qui sotto trovate tutte le liste con tutti i nomi dei candidati.
Come funziona il voto
Il sistema di voto è proporzionale: significa che la percentuale di voti incassata da un partito si traduce in percentuale equivalente in seggi. Se una lista, per esempio, ottiene il 10% delle preferenze, otterrà il 10% dei 76 posti che spettano all’Italia. Questo a patto che una compagine riesca a superare la soglia minima necessaria per conquistare uno spazio in parlamento: il cosiddetto sbarramento, che è fissato al 4%.
Come si vota
Scheda alla mano, all’interno della cabina quali sono le opzioni per votare? L’elettore ha di fronte a sé due strade. La prima: limitarsi a barrare il simbolo del partito che predilige. In questo modo aiuterà la lista in questione ad ottenere più seggi e, nel caso dei partiti in bilico, a superare la soglia di sbarramento (il famoso 4% necessario per prendere posto nell’Europarlamento), ma non contribuirà ad eleggere precisi candidati. La posizione in lista, infatti, non influisce sulla probabilità di essere eletti in Europa: i capilista, o i candidati che occupano le prime posizioni in elenco, hanno le stesse chance di essere eletti di chi è indicato alla fine.
Proprio qui subentra la seconda strada: oltre a barrare il simbolo del partito preferito, si possono indicare le preferenze (da una e fino a un massimo di tre), vale a dire scrivere il nome (o i nomi) di chi vogliamo che prenda posto in Aula. Non è possibile il voto disgiunto: i candidati e le candidate per cui si esprime una preferenza devono far parte della stessa lista votata. Attenzione però: se si sceglie di esprimere più di una preferenza, è fondamentale rispettare l’alternanza di genere. Nel caso si vogliano indicare due persone, basterà scrivere vicino al simbolo il cognome di un candidato uomo e di una candidata donna: l’ordine in cui sono riportati sulla scheda è indifferente, mentre se non si rispetta l’alternanza di genere la seconda preferenza espressa sarà annullata d’ufficio.
E chi è intenzionato a indicare tre preferenze? In questo caso, sui tre nomi, è importante che almeno un candidato sia di sesso diverso rispetto a quello degli altri due (quindi: o due donne e un uomo, o viceversa), pena – anche in questo caso – l’annullamento della seconda e delle terza preferenza.
Che fine fanno, invece, le preferenze di chi deciderà di rinunciare al proprio seggio a Strasburgo? Verranno ripartite tra i candidati che hanno ottenuto più voti personali tra i non eletti. Stesso discorso vale per chi, eletto in più circoscrizioni (come nel caso dei leader di partito candidati in diverse zone d’Italia), sarà chiamato a scegliere in quale collegio fare scattare il seggio.
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