Bulgaria al voto tra le ombre russe: il podcast «La Tribuna»
In vista delle elezioni europee riparte l’appuntamento quotidiano con «La Tribuna», la rubrica di approfondimento con uno sguardo a ciò che accade fuori dall’Italia nella corsa all’Europarlamento. Grazie a una sperimentazione della redazione del Giornale di Brescia con l’intelligenza artificiale, la rubrica è disponibile ogni giorno anche in formato audio: tutte le puntate del podcast sono disponibili su Spreaker, Spotify e le principali piattaforme di ascolto.
Gli elettori bulgari il prossimo 9 giugno saranno chiamati alle urne non solo per eleggere i loro 17 rappresentanti al Parlamento europeo, ma dovranno votare anche per le elezioni politiche anticipate. Si tratta della sesta consultazione dal 2021 a testimonianza della forte instabilità politiche che contraddistingue la politica bulgara. A complicare le cose ci sono anche le tensioni politiche interne collegate ai rapporti con la Federazione Russa.
A Sofia la situazione è decisamente polarizzata: il presidente Rumen Radev è da sempre contrario all’invio di armi all’Ucraina. Non solo, giovedì 9 maggio in occasione della marcia del Reggimento immortale vietata dal Comune di Sofia su richiesta delle forze europeiste e attenzionata dall’intelligence bulgara, Radev è sceso in piazza per congratularsi con i manifestanti. A presenziare la cerimonia c’era pure l’ambasciatrice russa Sofia Eleonora Mitrofanova. Qualche dettaglio in più: il 9 maggio è la data in cui a Mosca e nello spazio ex-sovietico si festeggia la vittoria sul nazismo: la chiamano Giorno della Vittoria.
Nei ventisette stati Ue invece si celebra la festa dell’Europa. Si chiama marcia del Reggimento immortale perché i partecipanti al corteo sfilano portando i ritratti e le fotografie dei propri cari che hanno combattuto i nazisti. Anche nei Paesi dell’Europa dell’est ha assunto i contorni di una iniziativa pro-russa e infatti a Sofia sono stati lanciati slogan a favore di Mosca. Mentre da due anni la cerimonia in Russia viene cancellata.
L’opinione pubblica bulgara sulla guerra in Ucraina resta divisa in due anche se negli ultimi due anni è cresciuta la percentuale di coloro che credono che il posizionamento nella Nato sia positivo per il Paese si è passati dal 38% del 2022 al 45% anche se un quarto degli intervistati crede ancora che la Bulgaria dovrebbe stare con Russia e Bielorussia e un altro quarto si è detto addirittura indeciso.
Intanto dallo scoppio della guerra su vasta scala in Ucraina cioè dal fatidico 24 febbraio 2022, il Paese ha subito il taglio delle forniture di gas e di petrolio da parte della Russia e ora ha dovuto diversificare le importazioni siglando contratti con Kazakhstan, Iraq e Tunisia. Venendo alla situazione politica le forze europeiste restano favorite sia per la tornata europea sia per le elezioni nazionali. In particolare il favorito è il partito Gerb, Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria, affiliato al Ppe e accreditato del 25%. È guidato dall’ex primo ministro Bojko Borisov e dalla ex commissaria europea Marjia Gabriel.
Al 17% ci dovrebbe essere la coalizione liberale formata da due partiti PP e DB; mentre al 15% si dovrebbe attestare Dps, Movimento per i diritti e la libertà» che rappresenta la minoranza turca (anch’esso legato ai liberal democratici europei). C’è poi il partito nazionalista filorusso Rinascita (al momento non iscritto a nessun partito europeo) che con il 14,5% potrebbe mandare a Strasburgo 4 eurodeputati. Si ferma invece all’8% il partito socialista bulgaro.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.