Iseo, Marco Franceschetti: la continuità, ma in autonomia
Iseo ha il terzo candidato sindaco (dopo Flavia Gatti e Riccardo Venchiarutti): è Marco Franceschetti, a capo della lista «SiAmo Iseo». Il gruppo, pur in continuità con la maggioranza di «Iseo Sicura» (perché nei punti del programma richiama le opere avviate dall’amministrazione Ghitti), è «nato spontaneamente per volontà di tanti iseani liberi e indipendenti, ognuno dei quali ha portato un contributo di esperienze e di valori vissuti, ogni giorno, nei luoghi della propria vita». A sostenere Franceschetti ci sono i gruppi civici «Clusane Unito», «Iseo Civica» e «Dialogando», oltre a Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega.
Franceschetti, classe 1964, è architetto, dottore di ricerca, consulente aziendale, già docente a contratto a Ingegneria. Appassionato di sport, che ha praticato da professionista, è attento alle iniziative e alle attività sportive, anche come «strumento per una formazione agonistica ed educativa dei giovani»; è sensibile ai temi socio assistenziali che ben conosce, grazie al coinvolgimento nelle attività solidaristiche della Fondazione Don Tarcisio Festa.
«Non siamo di quella o quell’altra parte, noi siamo dalla parte degli iseani - sottolineano dalla lista -, ciò che facciamo oggi, è quello che lasciamo domani». «Siamo convinti che il senso di appartenenza e la comunione di intenti siano l’autentico valore per poter innovare e progredire nello sviluppo futuro della nostra bella e laboriosa comunità - continua il candidato -. Non utilizzeremo l’arte della demonizzazione di quanti non la pensano come noi, facendo nostro, piuttosto, il buon auspicio del dialogo con chiunque, in un confronto franco e diretto. Sarà l’inizio di un nuovo corso della politica iseana, per fare un ulteriore balzo in avanti verso le tante esigenze che la contemporaneità richiede. Garantiremo onestà, cultura del fare e trasparenza reale, vigilando su ideologie furbesche e ispirate alla doppia verità».
Nel frattempo pare concreta la presenza di una quarta lista, di cui però non si sa molto se non che sarà costituita da leghisti delusi e che dovrebbe chiamarsi «Popolo del Nord».
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