Bagolino, Marca contro Carè: una competizione elettorale mai così «nuova»

Ubaldo Vallini
Il sindaco uscente sfida la commerciante 56enne con interessi nel mondo delle fondazioni che si occupano di anziani
Il municipio di Bagolino
Il municipio di Bagolino
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A Bagolino, se dei candidati al ruolo di consigliere per «Insieme per Crescere», la compagine di maggioranza uscente, sono rimasti solo in tre, in «Tradizioni e Futuro», che intende portare al cambiamento, sono tutti «vergini» in impegno amministrativo.

Insomma, nella «città della montagna bresciana», ancorché nella frazione lacustre di Ponte Caffaro, la competizione elettorale non è mai stata così «nuova».

Da una parte c’è l’imprenditore con interessi anche nel turismo Gianzeno Marca, 62 anni, sindaco uscente al termine del suo primo mandato, a capo di una compagine che lui stesso definisce «di alto livello» per la preparazione che hanno in diversi ambiti. Dall’altra c’è Claudia Carè, commerciante 56enne con interessi nel mondo delle fondazioni che si occupano di anziani, che per la prima volta avanza la sua candidatura con una squadra «composta da persone che molto hanno dato nel vivere Bagolino dal punto di vista sociale, nello sport e nel mondo degli oratori».

Gianzeno Marca punta a essere rieletto forte di una lunga serie di interventi realizzati a Bagolino e a Ponte Caffaro grazie alla capacità di trovare fondi, tanto che fatti i debiti calcoli sul numero degli abitanti, pochi altri paesi, almeno nella provincia di Brescia, possono vantare quelle importanti cifre: «Dal limitare i danni della tempesta Vaia che ci ha colpiti a inizio mandato, alle tante opere pubbliche che siamo riusciti a portare a termine, per passare a quelle che sono da completare nel prossimo futuro: un altro paravalanghe lungo la 669 per il Gaver, la sistemazione delle scuole del capoluogo sono solo un paio di quelle in dirittura di arrivo» afferma Marca, che con i suoi ha distribuito un opuscolo di 32 pagine elencando «Cosa abbiamo fatto in cinque anni di impegno per Bagolino e Ponte Caffaro e cosa ancora c’è da fare».

Claudia Carè parte dal presupposto che «non abbiamo la possibilità di diventare un polo industriale, ma possediamo un «appeal» turistico da spendere al meglio, su un territorio che fra lago e monti non teme confronti». Vai quindi di sentieri da sistemare per le mountain bike, di sostegno all’imprenditoria per la ricezione turistica «soprattutto nella formazione, perché è fondamentale, oltre alle strutture, il possedere una cultura del turismo».

Per Carè «si può fare di più anche per l’agricoltura, ben oltre il bagoss, nelle manutenzioni ordinarie, nella sistemazione delle strade e nell’instaurare proficue relazioni coi territori che ci circondano». Chi vincerà? Lasciamolo dire agli elettori.

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