Amministrative 2024, sono 301 i candidati sindaco per 144 Comuni

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300 in corsa per diventare sindaco
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Una importante prova di democrazia per il futuro delle nostre comunità. È la più corposa tornata amministrativa nella nostra provincia. Riguarda 560mila bresciani, chiamati ad eleggere 144 sindaci. Comuni sopra i 15mila abitanti come Lumezzane, Montichiari, Ghedi, Chiari e Concesio e piccole realtà come Paisco Loveno ed Irma.

I numeri

I candidati alla guida dei municipi sono 301 (227 uomini e 74 donne), meno dei 324 di cinque anni fa quando si rinnovarono 147 Consigli comunali. Non solo. I paesi con un solo candidato sono 31, contro i 23 del 2019. I due dati negativi confermano le sofferenze della politica e dell’impegno civico e vanno associati al crollo della partecipazione alle urne. Segnali tutt’altro che belli per la salute democratica delle nostre comunità.

Nei piccoli centri non è facile trovare candidati, ma fra i Comuni dove i cittadini non avranno alternative ci sono paesi di medie dimensioni e buona tradizione partecipativa come Roccafranca, Urago, Orzivecchi, Marone, Nuvolera, Villachiara, San Paolo, Visano. D’altra parte, si contano su due mani i Comuni che propongono un’ampia scelta: Chiari, Capriolo (5 candidati), Coccaglio, Cologne, Salò, Leno, Nuvolento, Rudiano (4).

I sindaci uscenti che si ricandidano

Nella metà dei paesi si ripresentano i sindaci uscenti. Ci sono personalità che tentano il tris, come Stefano Dotti a Verolanuova, Cristina Tedaldi a Leno, Maria Teresa Vivaldini a Pavone, Paolo Rosa ad Adro. Amministratori di lungo corso aspirano al quarto mandato: Angelo Formentini a Calvisano, Dino Mascherpa a Paisco Loveno, Marco Zatti a Zone, Giovanmaria Flocchini a Pertica Alta, Manuel Bacchetti a Pertica Bassa. Segnaliamo anche numerosi ritorni; primi cittadini del passato che, dopo una (o più) tornate di pausa, tornano in pista. Ad esempio Riccardo Venchiarutti a Iseo, Gianpaolo Mora a Gavardo, Anna Giulia Guarneri a Ghedi, Simona Moletta a Rudiano, Roberto Bozzoni a Pontevico, Cristina Almici a Bagnolo, Carlo Panzera a Vobarno.

L’unico Comune in cui è (quasi) certo il ballottaggio è Chiari. A Lumezzane, Montichiari, Concesio e Ghedi, con due candidati, si deciderà tutto al primo turno. Quanto ai paesi con una sola lista, l’elezione è valida se partecipa almeno il 40% degli aventi diritto. Era il 50%: è stato abbassato per l’aumentato astensionismo.

«Oceano» civiche

Sul piano puramente politico, anche queste amministrative propongono uno scenario frammentato. Il simbolo dei partiti nazionali (FdI, FI, Lega, Pd; M5S non pervenuto) compare solo nei Comuni sopra i 15mila abitanti, con poche eccezioni (ad esempio la Lega ad Adro). Più che nel passato, gli elettori si trovano davanti un oceano di liste civiche, molte realmente espressione di un impegno legato alla vita locale; tante altre esprimono tendenze politiche di centrodestra o centrosinistra, ma la sfiducia dei cittadini verso i partiti è tale che si preferisce glissare.

Sul voto grava l’incognita partecipazione. Nel 2019 l’affluenza fu del 69,3%. Un anno fa, alle Comunali di Brescia, ha votato il 57,8%. Il punto più basso a Desenzano, nel 2022: il 48%. Speriamo non si ripeta.

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