Amministrative 2024, l’esercito degli uscenti in corsa: 99 sindaci cercano la conferma

In maggioranza tentano il bis, ma c’è chi insegue il quarto mandato. Il ritorno di molti veterani. Le sfide più importanti
Elezioni, è l'ora del voto
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Si vota sabato 8 e domenica 9 giugno per le elezioni europee e per le elezioni amministrative: in 144 Comuni bresciani si rinnovano sindaco e consiglio comunale. Cinque i Comuni al voto con più di 15mila abitanti: Chiari, Concesio, Ghedi, Montichiari e Lumezzane

La carica dei sindaci uscenti. Sono ben 99 su 144 quelli che hanno deciso di ricandidarsi (Temù è commissariato). Quasi il 70%. Molti più che nel 2019, quando furono 83 su 147. La maggioranza tenta il bis, molti corrono per il terzo mandato, alcuni addirittura per il quarto o più. Il tutto è stato favorito dal cambio delle norme deciso dal Governo a gennaio. Nei Comuni sotto i cinquemila abitanti è stato abolito il limite dei mandati (era di tre), mentre in quelli fra i cinque e i 15mila è salito da due a tre.

Molti primi cittadini destinati a fare le valigie hanno così potuto di nuovo far mettere il loro nome sulla scheda elettorale. Passione civica, legittima ambizione personale, desiderio di portare a termine opere e progetti avviati, carenza di ricambio, capacità di calamitare consenso: le ragioni sono tante e diverse.

Il veterano dovrebbe essere Mauro Bertelli, il quale, in caso di elezione, amministrerà Irma per la sesta volta. Per il quarto mandato sono impegnati Angelo Formentini a Calvisano, Dino Mascherpa a Paisco Loveno, Marco Zatti a Zone, Giovanmaria Flocchini a Pertica Alta e Manuel Bacchetti a Pertica Bassa (per gli ultimo quattro, che corrono senza avversari, la cosa è praticamente fatta). Ci sono personalità di peso che cercano il tris, come Stefano Dotti a Verolanuova, Cristina Tedaldi nella vicina Leno, Paolo Rosa ad Adro, Maria Teresa Vivaldini a Pavone (anche per lei la gara, in assenza di rivali, è in discesa), l’on. Cristina Almici a Bagnolo.

I 5 Comuni più grandi

La sfide maggiori di questa tornata amministrativa (la più importante per numero di paesi interessati) riguardano le cittadine sopra i 15mila abitanti: Lumezzane, Montichiari, Concesio, Ghedi e Chiari. Piccole capitali della provincia in cui si gioca la partita politica più importante.

Chiari a parte, sono governate dal centrodestra. Occhi puntati soprattutto su questi cinque Comuni. Per altro, con l’eccezione ancora di Chiari, si tratta di duelli e quindi non ci sarà ballottaggio. Ci sono ovviamente candidati favoriti, ma nulla è scontato. Le elezioni amministrative possono riservare sorprese per la natura civica del voto, anche se nei paesi più grandi l’appartenenza politica ha un peso rilevante.

Possibili effetti sulla Provincia

Le elezioni di sabato e domenica decideranno il futuro delle singole comunità, ma anche gli equilibri dell’ente Provincia. Sarà interessante verificare la geografia politico-amministrativa che uscirà dal voto. Vedere se e cosa cambierà in tante cittadine di media dimensione, punti di riferimento per aree territoriali. Ad esempio Orzinuovi, Gardone Valtrompia, Borgosatollo, Breno, Calcinato, Gavardo, Rezzato, Salò, Verolanuova, Leno, Capriolo, Iseo, Sarezzo. A parte le dimensioni, sono paesi in cui la contrapposizione centrodestra-centrosinistra è più chiara che nei centri minori, dove sfuma nell’esercito delle liste civiche.

I «ritorni»

Come in ogni tornata elettorale, anche stavolta si segnalano i «ritorni». Sindaci del passato, più o meno recente, che si candidano di nuovo. Vediamo. Riccardo Venchiarutti si ripropone ai cittadini di Iseo, Gian Paolo Mora a quelli di Gavardo; Carlo Panzera ridiscende in campo a Vobarno, Anna Giulia Guarneri a Ghedi, Corrado Tomasi a Temù, Aristide Peli a Polaveno, Pietro Vavassori e Simona Moletta a Rudiano.

Sfide già viste

Ci sono diversi casi di sindaci sfidati da loro (ex) collaboratori, vice oppure assessori della maggioranza uscente. Rotture provocate da divergenza politiche e amministrative, ma anche da ragioni (diciamo) personali. Uomini e donne che ambivano alla successione sullo scranno più alto messi fuori gioco dalle novità sul limite dei mandati. Le urne proporranno sfide già viste in passato. Ad esempio a Marmentino, Tavernole, Calvisano.

Le civiche

Anche in questa tornata lo scenario è occupato quasi solo dalle liste civiche. Ormai soltanto nei centri maggiori (con pochissime altre eccezioni) troviamo i simboli dei partiti nazionali. Più Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, in verità, che il Partito democratico. Il Movimento Cinque stelle, assente, conferma la sua fragilità sul piano locale. Molte civiche sono realmente tali, vale a dire espressione di un impegno legato alla realtà locale; molte altre ripropongono la contrapposizione fra centrodestra e centrosinistra senza dichiararla apertamente; altre ancora fanno riferimento esplicito a un’area politica di riferimento.

Infine, per numero di sfidanti spiccano Chiari, Capriolo (5), Salò, Iseo, Coccaglio, Cologne, Leno, Nuvolento, Rudiano (4).  

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