Amministrative 2024, cresce la disaffezione: per 31 candidati la sfida è solo contro il quorum

Cifra record nel Bresciano. Il fenomeno riguarda tutta la provincia: piccoli paesi, ma anche medie comunità
Su 301 candidati, 31 sono senza uno sfidante © www.giornaledibrescia.it
Su 301 candidati, 31 sono senza uno sfidante © www.giornaledibrescia.it
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Si vota sabato 8 e domenica 9 giugno per le elezioni europee e per le elezioni amministrative: in 144 Comuni bresciani si rinnovano sindaco e consiglio comunale. Cinque i Comuni al voto con più di 15mila abitanti: Chiari, Concesio, Ghedi, Montichiari e Lumezzane

Un tempo era l’eccezione. Il piccolo paese con pochi elettori e ancora meno dialettica politica in cui si presentava una sola lista elettorale. Accadeva quando, ancora, l’80% (o giù di lì) dei bresciani si recava alle urne. Adesso, purtroppo, è diventato un fenomeno diffuso insieme all’astensione e al distacco dei cittadini dalla cosa pubblica. Non riguarda più solo i centri minori di montagna, ma tanti Comuni di rispettabile dimensione. Nel 2019 la corsa solitaria coinvolse 23 paesi su 147 (il 15,6%), quest’anno sono 31 su 144 (il 21,5%). Allora spiccavano Mazzano ed Erbusco, centri di solida tradizione democratica, con una storia di larga partecipazione alla vita locale. Stavolta si segnalano Roccafranca, Nuvolera, Padenghe, Edolo, con un numero di abitanti fra i quattro e i cinquemila. Accanto a comunità piccolissime come Paisco Loveno, Braone, Vione, Lavenone, Pertica Alta, Pertica Bassa, Bione, ci sono realtà di rilievo come Urago d’Oglio, Marone, Orzivecchi, Pavone. Altro che aree interne e paesi di montagna: il fenomeno tocca tutte le zone della provincia, dalle valli al Garda alla pianura occidentale ed orientale.

Nel 2024

Per altro, in 23 dei 31 Comuni a fare la corsa solitaria sono i sindaci uscenti. Eccoli: Franco Zanotti (Bione, sarà il terzo mandato), Sergio Mattioli (Braone), Cesare Sambrici (Caino), Marina Lanzetti (Ceto), Luca Masneri (Edolo), Mirco Pendoli (Gianico), Franco Delfaccio (Lavenone), Bruno Bettinsoli (sarà la quarta volta da sindaco di Lodrino), Alessio Rinaldi (Marone), Andrea Agnelli (Nuvolera), Gianluigi Sturla (Orzivecchi), Albino Zuliani (Padenghe), Bernardo Mascherpa (Paisco Loveno, quarto mandato), Maria Teresa Vivaldini (a Pavone Mella farà il tris), Giovanmaria Flocchini (Pertica Alta, quarto mandato), Manuel Bacchetti (Pertica Bassa, idem), Marco Franzelli (Roccafranca), James Scaburri (San Gervasio), Serena Morgani (Saviore), Mauro Piccinelli (Treviso Bresciano), Gianluigi Brugali (Urago d’Oglio), Maria Laura Bonfiglio (Villachiara), Marco Zatti (Zone, al quarto mandato).

Le regole

Perché l’elezione sia valida deve recarsi alle urne almeno il 40% degli aventi diritto (la soglia era il 50% ma è stata abbassata a causa del crescente astensionismo).

La partecipazione al voto è una delle incognite di questa tornata. Nel 2019 l’affluenza fu del 69,3%. Sarebbe un dato straordinario se si ripetesse, ma è davvero molto improbabile. Un anno fa alle Comunali di Brescia votò il 57,8% dei cittadini. Il punto più basso è stato registrato nel 2022 a Desenzano: soltanto il 48% degli elettori. La disaffezione all’impegno civico attivo (candidatura) e passivo (voto) è ormai un fatto cronico, probabilmente irreversibile. Un fenomeno che rischia di minare la qualità sociale, amministrativa e politica delle nostre comunità. La circolazione delle idee, il dibattito sulle proposte, il confronto sui progetti è il sale della democrazia. Per altro, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), i Comuni stanno vivendo una stagione ricca di investimenti. Opere scolastiche, sportive, sociali; infrastrutture, servizi, interventi per la transizione green. Insomma, stiamo vivendo anni in cui nei nostri municipi si gettano le basi per un bel pezzo di futuro dei paesi. Partecipare alla campagna elettorale, conoscere i programmi, recarsi alle urne è più che mai un diritto da difendere e rivendicare. Gli assenti hanno sempre torto.

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