A Bassano Bresciano sarà un triello tra Barcellari, Pini e Sbaraini

Umberto Scotuzzi
La scelta dei cittadini sarà tra la continuità e il cambiamento
Il municipio di Bassano Bresciano - © www.giornaledibrescia.it
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Se la continuità è rappresentata dal sindaco uscente Michele Sbaraini, la novità potrebbe essere invece incarnata da Francesca Barcellari o da Giacomo Pini. Sono loro i contendenti in corsa per palazzo Martinengo. Sbaraini intende proseguire il lavoro sinora fatto e a centrare il bis: «Le azioni per noi prioritarie sono la realizzazione della nuova scuola dell’infanzia, la riqualificazione del centro sportivo e la riqualificazione energetica dei punti luce della pubblica illuminazione.

Vogliamo caratterizzare il nostro mandato concentrandoci sullo sviluppo dei servizi scolastici, sportivi, sociali e ambientali. Mi ricandido proprio per questo: per proseguire il tanto lavoro fatto in questi cinque anni».

Per la prima volta una donna concorrerà per la fascia tricolore bassanese: è Francesca Barcellari con la civica «Rinnova Bassano»: «Il nostro metodo sarà quello dell’interlocuzione e della proposta perché crediamo sia importante coinvolgere i concittadini nelle scelte portate avanti dall’Amministrazione. Vogliamo promuovere e rafforzare il senso di appartenenza al territorio, amministrando il bene comune a favore di tutta la comunità. Temi centrali saranno la sicurezza sul territorio, la tutela dell’ambiente, della salute, della qualità della vita, un’attenzione ai bisogni educativi di bambini e adolescenti e il supporto alla terza età.

Infine, il ritorno di Giacomo Pini, già sindaco del paese negli anni ‘80 e ‘90, con la civica «Forza Bassano». «Se sarò sindaco, dedicherò tutte le mie forze ad ascoltare i cittadini prima di decidere: l’ascolto sarà il nostro bene comune». Nel mirino di Pini, poi, la scelta dell’attuale Amministrazione di abbattere la casa delle Suore per costruirvi la nuova scuola dell’infanzia: «Ho sentito un tonfo al cuore, sono stato pervaso da un senso di tristezza: quella decisione colpiva la memoria delle azioni condivise, fulcro portante di una comunità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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