Economia

Wat, il welfare a «chilometro zero» della Valle Sabbia

Al consorzio aderiscono una cinquantina di realtà del territorio, tra queste anche la Cassa Rurale
Welfare aziendale - © www.giornaledibrescia.it
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Si fa presto a dire welfare aziendale. Quanto a riempirlo di contenuto, è decisamente più complicato. Soprattutto per le imprese di piccole o piccolissime dimensioni. Lo sa bene Aurelio Bizioli, amministratore delegato di Gavardo Caldaie e presidente della cooperativa sociale Area nonché, più recentemente, del Consorzio Wat Valle Sabbia, un consorzio senza scopo di lucro nato proprio per promuovere un sistema di welfare aziendale territoriale (da qui Wat) a sostegno della qualità della vita dei cittadini.

«Ormai il welfare aziendale, inteso come l’insieme delle erogazioni e prestazioni che un’azienda riconosce ai propri dipendenti con lo scopo di migliorarne la vita privata e lavorativa, è previsto in molteplici tipologie di contratto collettivo, ma se le grandi aziende non hanno problemi ad appoggiarsi a realtà ad hoc che lo gestiscono per loro, per quelle piccole e piccolissime spesso il concetto di welfare si traduce semplicemente nell’erogazione di buoni benzina, cosa che ne limita e impoverisce molto la portata», spiega Bizioli che proprio partendo da questa considerazione, toccata con mano nella «sua» Gavardo Caldaie, ha iniziato a pensare ad una alternativa.

L’obiettivo

Così è nato il Consorzio Wat, un consorzio - appunto - che ha l’obiettivo di «mettere in contatto» aziende utilizzatrici del welfare e realtà fornitrici di servizi, il tutto in una logica di «kilometro zero» che consenta alle risorse di restare sul territorio. «L’idea alla base è quella dell’economia circolare», sintetizza Bizioli che precisa: «In questo modo il denaro dei lavoratori viene in qualche modo speso sul territorio in cui lavorano e vivono e vi porta ricchezza, che poi vuol dire altri posti di lavoro e altri servizi». Ad oggi il Consorzio Wat conta una cinquantina di realtà della Val Sabbia iscritte, mentre i servizi che si possono pagare con i buoni spaziano dagli asili nido all’intrattenimento ai libri, anche se i più gettonati restano le cure dentali e la farmacia. E il raggio di azione del Consorzio si sta via via allargando, a partire dai soci fornitori.

I nuovi entrati

È di queste ultime settimane, infatti, l’entrata in Wat di Cassa Rurale e della Società Canottieri Garda di Salò, ingressi che sanciscono una apertura verso il Garda bresciano, zona nella quale risiedono molti dipendenti delle imprese valsabbine. «Questa apertura verso il Garda conferma la crescita del modello di consorzio territoriale, che mette in rete i fornitori locali con gli utilizzatori, in un rapporto collaborativo che spesso, soprattutto per molti degli attuali soci, è duplice in qualità di fornitori e di utilizzatori», tiene a precisare Bizioli mentre Marco Baccaglioni, vicepresidente vicario de La Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella aggiunge: «Abbiamo aderito con entusiasmo perché questo Consorzio legato al territorio ci dà la possibilità di divulgare ulteriormente e con costanza i valori di mutualità e reciprocità, insiti nella natura della nostra Cassa Rurale, che si devono concretizzare in continue azioni di supporto al territorio».

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