Volano i conti di A2A: ricavi quasi triplicati nei primi 9 mesi del 2022
I conti di A2A continuano a far registrare record, con la multituility che ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con ricavi quasi triplicati, in crescita del 161,7% a 16,86 miliardi di euro. Questo emerge nella trimestrale resa nota oggi, dove viene anche indicato un margine operativo lordo in rialzo del 20% a 1,14 miliardi e un utile netto in progresso del 17% a 461 milioni.
Sono saliti del 25% gli investimenti a quota 802 milioni di euro, mentre la posizione finanziaria netta (Pfn) è salita da 4,11 a 4,91 milardi per effetto degli investimenti, del pagamernto di dividendi per 283 milioni e degli incassi per la cessione di alcuni immobili per per 221 milioni di euro. Per l'intero esercizio A2A alza le stime sul margine operativo lordo tra 1,45 e 1,5 miliardi di euro e sull'utile netto, compreso fra 340 e 380 milioni.
Secondo l'amministratore delegato Renato Mazzoncini il gruppo «si è confermato solido nell'affrontare gli impatti derivanti dalla crisi energetica iniziata alla fine dello scorso anno e su cui ha pesato anche la minore produzione idroelettrica dovuta alla siccità». «In una fase caratterizzata dalle incerte dinamiche dei mercati energetici e da elevata volatilità dei prezzi delle commodities - ha sottolineato -. A2A ha gestito responsabilmente le sue attività valorizzando al meglio la diversificazione dei propri business».
E aggiunge: «Il momento complesso che stiamo attraversando e le pesanti ripercussioni su famiglie e imprese stanno imponendo all'Italia l'attuazione di azioni concrete per aumentare il proprio livello di autonomia energetica. In questo contesto, il Gruppo ha continuato a dare il proprio contributo con investimenti, in crescita del 25% sul periodo, in infrastrutture nei settori chiave per favorire il processo di transizione ecologica del Paese».
«Nei nove mesi c’è una crescita molto importante dei ricavi, +162% a 16,8 miliardi, che però per noi non è una notizia positiva». Ha poi commentato Mazzoncini in call con i giornalisti. Questo fatturato «non ha corrispondenza nei margini e crea nelle nostre aziende solo tensione finanziaria. È evidente che con la crescita del volume dei ricavi cresce il capitale circolante necessario a lavorare, aumenta il costo degli stoccaggi gas e c’è un costo legato alle rateizzazioni che stiamo riconoscendo ai nostri clienti; non ultimo cresce il credito che si genera per la semplice ragione che le bollette vengono pagate in ritardo rispetto alla fornitura».
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