Economia

Viticoltori in allarme: servono mille braccianti

Confagricoltura chiede il tampone preventivo per chi arriva da Bulgaria e Romania
Vendemmia -  © www.giornaledibrescia.it
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La vendemmia inizia tra dieci giorni, ma le cantine bresciane non sono ancora certe di poter contare sui mille braccianti rumeni a cui è già stato fatto il contratto di assunzione. I viticoltori infatti temono il ripercuotersi dell’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza - e prorogata visto il preoccupate andamento epidemiologico nell’Europa dell’est e nei Balcani - che impone la quarantena obbligatoria per chi arriva in Italia dalla Romania e dalla Bulgaria.

«Con l’avvio delle operazioni di raccolta delle uve ormai alle porte è complesso trovare lavoratori locali che possano sostituire quelli provenienti da est e soprattutto dalla Romania, già selezionati e con contratti firmati - spiega il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli -. Per non aumentare le difficoltà alle imprese che stanno già affrontando una fase di crisi, facciamo appello alle istituzioni per consentire l'arrivo del personale, subordinato alla rigida applicazione del protocollo lombardo anti Covid previsto per gli operai stagionali».

Tra le indicazioni del protocollo c’è l’esecuzione dei tamponi durante la visita pre-assuntiva dei lavoratori, affidata al medico di medicina del lavoro. Una soluzione che secondo Garbelli «consentirebbe di salvaguardare sicurezza e salute degli operativi nelle aziende senza impedire alle imprese di procedere con la raccolta dell’uva».  Per Confagricoltura sarebbe pensabile anche ricorrere alla cosiddetta «quarantena attiva», cioè «la possibilità di far svolgere ai lavoratori stranieri attività lavorativa durante il periodo di quarantena”, un'eventualità che invece l’ordinanza del governo non prende in considerazione. In caso di emergenza, se i Consorzi di tutela bresciani ne vedranno l'utilità, resta anche l'ipotesi di una deroga per consentire la raccolta meccanica.

Il problema è serio ed esteso, e come ricorda Andrea Peri - presidente della Federazione prodotto vitivinicola di Confagricoltura Lombardia - «non riguarda solo la Franciacorta ma tutti i territori che ricorrono alla manodopera dell’est Europa, una scelta non dettata dai costi ma dalla professionalità di uomini e donne che frequentano da anni i nostri territori».

Dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, è arriva al governo la proposta di adottare il protocollo «vendemmia sicura» come modello nazionale, con tamponi durante la visita pre-assuntiva. Sul tema è intervenuto anche il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che ha inviato una lettera al ministro della Salute ricordando la disponibilità delle nostre imprese «a farsi carico dei costi necessari agli adempimenti anti Covid».  

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