Videoassemblea per Superbonus? «Le condizioni ci sono»
Naturalmente ci sono un sacco di problemi, lo si ricordava anche la settimana scorsa: è un mondo difficile. I tecnici che non si trovano, le imprese che latitano, le banche che nicchiano. E poi, e in aggiunta, le incertezze sulla durata della legge Superbonus (2023? 2024? 2025?), i problemi col prestito ponte con le banche e, ultimo ma non ultimo, quelli per fare l’assemblea condominiale in videoconferenza. Francamente era l’ultima cosa da cui ci si potesse attendere un problema, e invece... qualche problema c’è.
«La legge ammette la videoassemblea ma dal dire al fare qualche criticità è emersa - dice Laura Marchetti, avvocato, direttore di Anaci Brescia e responsabile dell’Ufficio studi -. Il come fare questa videoassemblea è affidato al singolo condominio e quindi l’assemblea può disciplinare eventuali criticità: problemi nei collegamenti, presenza di altre persone che fuggevolmente, magari, appaiono in video. Ma soprattutto, c’è qualche criticità nella convocazione». Andiamo sul concreto. Che criticità? «Ci sono problemi per la privacy. Per convocare un’assemblea online ho bisogno di un numero di cellulare o di un indirizzo mail. Non tutti lo danno, c’è chi alza il sopracciglio. E poi bisogna decidere: solo per un’assemblea oppure per un tot assemblee? Serve il consenso dell’assemblea. Resta poi la responsabilità per l’amministratore di custodire cellulari e mail in maniera adeguata alle norme sulla privacy. E poi c’è un altro problema: non tutti i condòmini sono attrezzati per fare videoconferenze. Molti hanno una certa età e quindi qualche problema (non insormontabile, intendiamoci) però resta».
Ma è così complicato fare assemblee dal vivo? «In molte situazioni sì. Pensiamo ad un condomino che abita in un altro Comune, qualche rischio lo corre a spostarsi; c’è il problema dei supercondomini (centinaia di condòmini, dove fai l’assemblea?): c’è, più in generale, il timore del contagio o magari di essere "scoperti" come accaduto a Milano in questi giorni», oppure, ancora più grave - e questo lo ricordava il presidente di Anaci Brescia, Francesco Chiavegato - quanto accaduto a Pesaro, se ben ricordo, dove dopo un’assemblea dal vivo ci sono stati 8 contagiati e quindi problemi per tutti e rischi (e parlo di quelli sanzionatori) per l’amministratore condominiale».
Epperò, dico io, faccio fatica a credere che se non si fanno le assemblee (dal vivo o online) il rischio c’è che il condominio vada fuori fido (Superbonus a parte ci sono le normali spese da pagare e magari sono due anni che si accumulano) e quindi venga segnalato: che fa l’amministratore?
Può essere invocata la causa d’urgenza? Il treno del Superbonus che passa non giustificherebbe la causa di urgenza? Non so. Giro la domanda alla Marchetti. Non mi risponde direttamente ma si dice convinta di una cosa: non vede motivi insormontabili per non fare una videoassemblea. Per lei «Si può fare». Che è come dire, al solito, che un grande perché supera ogni come...
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