Economia

Vertenza Aliprandi: i 25 dipendenti passano alla Indal

Si è conclusa ieri alla Fai Cisl di Brescia la complessa vertenza che ha portato all’affitto dell’attività di produzione e di lavorazione carni alla società Indal srl di Montichiari
Le bandiere della Cisl fuori dallo stabilimento Aliprandi a Gussago - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le bandiere della Cisl fuori dallo stabilimento Aliprandi a Gussago - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dopo mesi di difficoltà economiche e organizzative che hanno investito il Salumificio Aliprandi di Gussago, e di conseguenza i suoi 25 dipendenti, si è conclusa ieri alla Fai Cisl di Brescia la complessa vertenza che ha portato all’affitto dell’attività di produzione e di lavorazione carni del Salumificio Aliprandi alla società Indal srl di Montichiari.

A decorrere quindi da oggi, venerdì 26 luglio, i 25 dipendenti rimasti in organico, inizieranno a lavorare per la stessa Indal.

L’intesa

Per i lavoratori interessati al passaggio - si legge in una nota - «è stato chiesto l’esonero dal periodo di prova e, nell’ambito delle procedure di mobilità tra le stesse strutture aziendali in capo a Indal», «la garanzia che gli stessi lavoratori non potranno essere trasferiti al di fuori della provincia di Brescia». L’intesa prevede inoltre che tale passaggio dovrà avvenire «a parità di mansione e nelle modalità da condividere tra le parti».

Per ciò che concerne gli aspetti retributivi - prosegue la nota della Fai Cisl - si è convenuto che resteranno validi i trattamenti economici e normativi già in essere con il Salumificio Aliprandi, con la sola eccezione del passaggio al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell'Industria Alimentare quale condizione di miglior favore.

Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa dalla Fai Cisl di Brescia: «Esprimiamo il nostro apprezzamento per l’accordo raggiunto, a garanzia della continuità lavorativa e produttiva; il lavoro però non potrà dirsi concluso fino a quando ai dipendenti coinvolti non saranno garantiti gli stipendi in arretrato». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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