Vendemmia: si spera... scarsa per risollevare il prezzo dell’uva
I nostri vecchi insegnavano che, fino a che l’uva non è «a tetto», cioè in cantina, è meglio stare zitti. Così molti produttori di casa nostra incrociano le dita e pensano con un filo di angoscia al mese che hanno ancora davanti prima di avere concluso la vendemmia.
Una vendemmia che è in ritardo di una quindicina di giorni per via del freddo di maggio (luglio caldo ha inciso poco), una circostanza che va benissimo (qualche bella notte fresca regala insondabili profumi), ma tra grandinate e tornado che caratterizzano il clima impazzito non c’è da dormire tranquilli. E poi c’è il problema dei prezzi, già perché sul vino si scrivono spesso auliche poesie, dimenticandosi che è un prodotto che va venduto.
Le previsioni quantitative per la vendemmia 2019 (in tutta Italia, ma Brescia è nella media) parlano di un calo del 10% su un 2018 da record. Se così fosse sarebbero molti i delusi che speravano in un calo maggiore. Perché? Perché i prezzi dell’uva e dei vini sfusi, lo scorso anno sono crollati in tutta Europa...
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