Vendemmia miracolata in Lugana, ma il vino non basta
Mentre in tutta Italia si rincorrono le conferme di un’annata difficile (10 milioni di quintali meno dell’anno scorso non sono davvero pochi) con la Franciacorta che lamenta perdite dal 30 all’80%, la Lugana si accinge a iniziare in questi giorni una vendemmia del tutto normale con quantità nella norma o al di sotto, ma di poco, e qualità ottima (ma nessuno parla di grande annata) a livello del 2015.
Mia nonna direbbe che quelli sono nati con la camicia. Ma non è sono la meteorologia che ha favorito la zona, ma anche il mercato. I prezzi del vino italiano 2017 saranno tutti in salita per scarsità di offerta, ma la Lugana si è portata avanti spinta della domanda di mercato. L’uva che si sta per raccogliere quoterà almeno 220 euro al quintale, una enormità.
L’altra notizia positiva è che il mercato internazionale ormai colloca il nostro Lugana tra i vini premium così il prezzo cresce anche all’export.
Il direttore del Consorzio Carlo Veronese dice che produrranno circa 17 milioni di bottiglie (2 milioni di più della vendemmia 2016), ma non basta. Un esempio. I giovani di Montonale annunciano che la prossima settimana il Lugana 2016 sarà finito. Si chiude fino a quando sarà disponibile il vino 2017 (non prima del 15 gennaio per disciplinare). Ma è solo un esempio. Sono quasi tutti in queste condizioni.
Il punto sulla più fortunata zona bresciana (e una della più fortunate d’Italia) è stato fatto sabato a Peschiera del Garda dove si teneva il secondo appuntamento delle celebrazioni del 50° della Doc con 50 cantine e 200 vini in degustazione. Il successo dell’iniziativa (file da concerto rock già mezz’ora prima dell’apertura e 1.500 bicchieri distribuiti nella prima ora) era atteso. Il pubblico numerosissimo era un bel mix di facce giovani e di domande competenti (ecco i millennials).
Sugli scudi, l’annata 2016 con il dato comune di una solida struttura e tante varianti tra morbidezza e austerità da far sognare gli appassionati. Sì, il Lugana di oggi è davvero un grande vino bianco internazionale che ormai esce dalle cantine vicino ai 9 euro la bottiglia. Ma il miracolo è soprattutto in campagna.
Fabio Zenato, agronomo da master, vivaista (sue quasi tutte le barbatelle di Turbiana), produttore con il fratello Paolo del Lugana Le Morette, spiega la situazione. Il primo fattore peculiare per l’area è la presenza mitigatrice del lago. Dal lago arrivano leggere brezze (ma anche il Peler di sabato che ha animato la Centomiglia) che evitano il ristagno dell’aria evitando le gelate primaverili.
Il secondo elemento è il peculiare adattamento della varietà Turbiana che consente di sopportare agevolmente situazioni climatiche estreme. Poi c’è la natura argillosa del terreno che trattiene meglio l’acqua. Una circostanza cui si è sommata l’irrigazione di soccorso che qui è consentita e diffusa (con impianti goccia a goccia) che ha evitato lo stress idrico estremo.
Qualche piccola perdita di prodotto si è avuta soltanto per i diradamenti resi necessari per non far soffrire troppo la vite (calo produttivo non oltre il 5%). Le uve sono sanissime e si attende un vino con una espressione aromatica più tendente al frutto. Il grado zuccherino sarà elevato, con conseguente grado alcolico alto, che non a tutti giunge gradito.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato