Economia

Vendemmia: incognita meteo, ma si parte con ottimismo

Valerio Pozzi
La settimana prossima raccolta al via a Brescia. Sono 7.378 gli ettari vitati
La vendemmia di quest’anno è in ritardo di circa dodici giorni - © www.giornaledibrescia.it
La vendemmia di quest’anno è in ritardo di circa dodici giorni - © www.giornaledibrescia.it
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È tempo di entrare, sempre più, nel vivo della vendemmia. Da più parti anche già anticipata: principalmente al centro e in meridione. In Sicilia la raccolta è già iniziata a metà luglio, in alcune aziende ed in diversi territori dell’isola, e qualche grappolo si è già tagliato anche in Salento e nella Maremma Toscana.

Buona qualità generale delle uve, benché a farla da padrone è l’evoluzione climatica, che si conferma sempre più determinante. Come nella nostra provincia dove fenomeni temporaleschi di forte intensità ed eccesso di precipitazioni primaverili e ad inizio estate hanno causato parecchi problemi fitosanitari come la peronospora, che ha colpito a macchia di leopardo il vigneto bresciano che conta 7.378 ettari a vite in aumento dello 0,5 per cento rispetto a due anni fa.

Il calendario

La prima zona vitivinicola a partire con la vendemmia sarà come sempre la Franciacorta, che da settimana prossima darà il via alla raccolta dei grappoli. Poi seguiranno le altre zone, in primis il Lugana, dando precedenza ai bianchi rispetto ai rossi con le raccolte più tardive.

Le premesse nel complesso sono più che buone, ma fare stime sulle quantità e qualità della vendemmia 2024 in questo momento è ancora difficile e poco attendibile. Di certo c’è ottimismo sia su quantità che qualità, sperando che il meteo non faccia più scherzi, visto che il carico di grappoli è più che buono. Lo scorso anno il vigneto Brescia (che è composto da: Franciacorta Docg, Lugana Doc, Garda Doc, Riviera del Garda Classico Doc, Curtefranca Doc, Benaco Bresciano Igt, Capriano del Colle Doc, Sebino Igt, Montenetto Igt, Botticino Doc, Valcamonica Igt, San Martino della Battaglia Doc, Ronchi di Brescia Igt, Cellatica Doc) ha prodotto oltre 620mila quintali di uva, in calo di quasi il 6% rispetto all’annata precedente proprio a causa delle avverse condizioni climatiche e fitosanitarie che anche quest’anno stanno impattando anche sui costi di produzione.

Lo scorso anno, per comprendere quanto le bizze del meteo possono influire e fare la differenza anche solo a distanza di pochi chilometri, il più penalizzato era stata la zona di produzione del Lugana, che aveva fatto registrare un -39% di uve prodotte rispetto invece alla Franciacorta, che era stata più fortunata e aveva goduto di una produzione più abbondante del 29% rispetto agli anni precedenti.

Il mercato

Il vigneto bresciano ha un valore alla produzione che si attesta a oltre 500 milioni per una produzione che per oltre il 95% è destinata a bottiglie di qualità con denominazione Doc, Docg e Igt. È un settore trainante altresì per il valore della filiera, dalla produzione alla trasformazione fino alla vendita con una quota del 20% di export con i prezzi delle uve in lieve aumento.

Di certo ciò che accomuna il comparto a livello nazionale è, invece, la preoccupazione per l’andamento del mercato, con la conferma dei segnali di flessione di inizio anno che non aiutano a smaltire le giacenze, nonostante gli scarsi volumi della vendemmia 2023. Infatti gli operatori definiscono il mercato «freddo», con costi di produzione in aumento che vanno ulteriormente ad incidere sul prezzo finale e conseguenti ripercussioni sulle vendite. Il rapporto domanda-offerta, gli effetti del cambiamento climatico, la questione vino-salute e la promozione del settore saranno i temi che la filiera e le Istituzioni nazionali ed europee si troveranno ad affrontare già a partire dal prossimo autunno ovvero a vendemmia ultimata, sperando che con il meteo tutto vada per il meglio perché adesso la raccolta delle uve 2024 entra finalmente nel vivo

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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