Valtrompia, un modello virtuoso che va preservato e rigenerato
La valorizzazione del territorio e delle persone che lo vivono, che sono già un modello economico e sociale, ma che oggi sono chiamati a importanti sfide culturali. La zona Valtrompia-Lumezzane è stata la protagonista del terzo appuntamento di SetteOttavi+Uno, il roadshow di Confindustria Brescia, giunto alla terza edizione.
Lunedì 30 settembre il centro studi Paolo VI di Concesio ha ospitato l’incontro intitolato «Un territorio, una vocazione, il nostro futuro», moderato dal giornalista Marco Recalcati. «Vogliamo parlare del nostro territorio - chiarisce Clemente Bugatti, coordinatore della zona Valtrompia-Lumezzane -, che è riuscito a costruire un modello economico e sociale che oggi si deve improntare verso una visione responsabile. Parliamo al contempo del nostro futuro, perché dobbiamo coinvolgere i nostri giovani per creare progetti ambiziosi».
La prima delle due tavole rotonde della serata ha coinvolto due professionisti della rigenerazione urbana, focalizzandosi sulla necessità di rendere il territorio della Valtrompia più attrattivo e vivibile per i giovani, migliorando l’ambiente urbano e le opportunità di vita. Un percorso che per Confindustria Brescia necessita della cooperazione tra imprese e Amministrazioni. «A quest’ultime - precisa Luciano Cropelli, delegato della zona Valtrompia-Lumezzane – chiediamo di avere una sensibilità sempre maggiore verso le infrastrutture, non solamente quelle viarie».
Lo scenario
Il futuro del territorio va quindi costruito con una visione condivisa e sostenibile, partendo da un presente che vanta già un importante intreccio tra tessuto sociale e tessuto urbano, come hanno sottolineato Andrea Margaritelli, presidente dell’Istituto Nazionale di Architettura e brand manager di Listone Giordano, e l’architetto Marco Carini.
«La Valtrompia - esordisce Margaritelli - è un caso di studio, perché qui ci sono degli spunti sorprendenti: esiste una comunità fortissima e al contempo un tessuto industriale straordinario. Ora dobbiamo capire in che modo queste due realtà si leghino tra loro. Già da una visita di alcune realtà della Valle e da un po’ di dati raccolti, si intravedono davvero delle potenzialità». «Diciamo che visitando la Valle - specifica Carini - ci siamo accorti di come sia possibile formare questo intreccio magico fra il tessuto sociale e il tessuto urbano, facilitato proprio dalla grande voglia di fare che c’è nel Dna dell’imprenditoria locale e nel dialogo che ha già saputo instaurare con le varie Amministrazioni. Un modello virtuoso che si può replicare».
Nuove generazioni
Incubare gli imprenditori del domani. La seconda tavola rotonda della serata ha posto al centro il tema dei giovani, e la necessità di trattenere e attirare talenti nelle aziende. «Oggi i giovani hanno l’opportunità di poter scegliere dove andare a lavorare - commenta Giorgio Cortesi, direttore generale Almag -: non è più l’azienda che decide qual è il candidato ideale, ma è il giovane laureato che sceglie tra le varie opportunità. Quindi, oltre a essere attrattivi, bisogna poi studiare anche dei piani per riuscire a trattenere questi giovani talenti in azienda, perché l’opportunità di lavoro ormai sono tante».
«Noi - racconta Cortesi - abbiamo puntato molto sulla formazione e sull’individuazione delle competenze e delle aspettative di ciascuno di loro, in modo da creare dei percorsi ad hoc. Negli ultimi tre o quattro anni il percorso è stato abbastanza complesso ma, attraverso poco più di mille ore di formazione su 7-8 nuovi laureati, siamo riusciti per adesso a trattenerli e sembrano soddisfatti. Più che altro - conclude - bisogna creare per loro degli obiettivi che siano chiari e precisi, e far loro capire che non rappresentano, come si soleva dire una volta, il futuro dell’azienda ma sono il suo presente».
I giovani devono quindi essere al centro delle aziende, protagonisti di un futuro che unisce innovazione, crescita e sostenibilità. «Gli imprenditori del nostro territorio - commenta Silvia Pinti, delegata della zona Valtrompia - Lumezzane di Confindustria Brescia - sono numerosi e ben inseriti nel contesto sociale, e possono avere un ruolo importante proprio nella formazione dei giovani, nei rapporti con le scuole e con le università, e nel permettere agli studenti di fare delle esperienze all’interno delle aziende, per dare loro la possibilità di conoscere meglio ciò che il territorio offre, anche in proiezione di quello che può essere il loro futuro».
In chiusura gli interventi di Cinzia Pollio, direttrice Isfor e fondazione Aib; Filippo Schittone, dg di Confindustria Brescia e del vice presidente Francesco Franceschetti.
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