Economia

Un under 40 su tre eredita l’azienda di famiglia: la sfida è il ricambio generazionale

Anita Loriana Ronchi
L’indagine di Cna rivela che solo il 35% dei giovani imprenditori possiede almeno una laurea. Premio Cambiamenti assegnato ai bresciani Iginio e Debora Massari
Ai Massari il premio "Visione"
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Soltanto un imprenditore su tre under 40 ha ereditato la propria azienda. Quasi il 60%, però, è figlio di imprenditori; inoltre il 35% ha conseguito almeno una laurea triennale, anche se nel 45% dei casi la formazione scolastica/universitaria conta poco o nulla nell’attività imprenditoriale. E, dato che balza agli occhi, l’86,2% non ha utilizzato incentivi pubblici per l’avvio d’impresa.

È il quadro emergente dall’indagine di Cna Giovani Imprenditori, cui hanno partecipato anche imprenditori bresciani, che ha acceso il focus sul ricambio generazionale e che è stata presentata a Roma, in occasione del Premio Cambiamenti, dove è stato assegnato un riconoscimento anche ai bresciani Iginio e Debora Massari, proprio per la capacità di evolvere in continuità la loro attività.

Il punto

«Una fotografia - commenta Eleonora Rigotti, presidente Cna Brescia - che evidenzia gli effetti negativi dell’inverno demografico, con tre milioni di under 35 in meno fra il 2010 ed il 2023. D’altra parte, si conferma il desiderio diffuso di fare impresa da parte dei giovani, se pensiamo che il 41,2% del campione intervistato afferma di essere imprenditore di prima generazione e il 61,3% ha avviato l’impresa in prima persona. Da qui dobbiamo partire, per supportare i tanti giovani che vogliono fare dell’imprenditoria una scelta di vita professionale. Questa è una delle tante sfide che ci aspetta nel 2025 e che ci accompagnerà, in generale, nel prossimo futuro».

Nonostante la giovane età, gli imprenditori under 40 sono in grado di strutturare la loro attività: il 15,5% ha infatti un dipendente e il 46,5% indica di averne un numero compreso tra 2 e 10. Sono, inoltre, attenti alla formazione, poiché la quota del 35% di laureati (laurea triennale o magistrale) è di molto superiore a quelle riscontrabili per le classi di età più anziane (un 24,4 % nella fascia 41-50 anni, che scende al 10,4% per gli over 50); indice di come gli anni recenti, caratterizzati da un rapido mutamento delle tecnologie, abbiano apportato la consapevolezza che fare impresa richiede un bagaglio culturale adeguato. Tuttavia il 45% dei giovani con meno di 40 anni ritiene anche che il percorso scolastico abbia scarso rilievo per la pratica imprenditoriale e il 57% del totale dichiara di avere acquisito sul campo le competenze necessarie.

Effetto leva

Quasi due terzi, il 73%, ha avviato il progetto imprenditoriale grazie a un patrimonio iniziale rappresentato da mezzi propri (46,9%) o da risorse di famiglia (26,9%), mentre solo il 17,3% ha fatto ricorso in via prevalente al credito bancario.

«Questi sono dati molto importanti - sottolinea Rigotti - perché confermano una criticità da tempo nota: chi non può contare su risorse proprie o di famiglia, spesso deve abbandonare l’idea di mettersi in proprio. Un aspetto, quello dell’accesso al credito, su cui Cna Brescia è molto attenta ed impegnata nel supportare le imprese, giovani e non».

Tra i giovani che hanno partecipato all’indagine, appena il 5,6% ammette di avere imboccato la via dell’imprenditoria per mancanza di opportunità alternative; per il 42% si tratta invece di una scelta derivante dalla volontà di realizzare le proprie aspirazioni (31,7%) o di migliorare la propria condizione economica (10,2%). Solo il 6,6% degli interpellati ha riferito, infine, di aver acquistato l’impresa sul mercato, ricordando che dal 2004 è cessato il regime di neutralità fiscale per le cessioni di impresa. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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