Economia

Ubi, Massiah: «Offerta Intesa non concordata, sì non scontato»

Advisor finanziari e legali assisteranno il Gruppo nello svolgimento delle attività di valutazione dell'ops
INTESA, "E' SOLO UNA PROPOSTA"
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Ubi Banca promette di non fare sconti all'offerta pubblica di Intesa Sanpaolo che - come ha dichiarato il ceo di Ubi Victor Massiah in un messaggio ai dipendenti - è stata lanciata senza essere previamente «concordata» con il vertice della banca, «al termine di una giornata importante» nel corso della quale Ubi ha presentato un piano industriale accolto «con grande consenso e apprezzamento» dalla Borsa e dagli azionisti.

Il cda, riunitosi nella mattinata di ieri, ha dato mandato a Massiah, d'intesa con la presidente Letizia Moratti, «di nominare gli advisor finanziari e legali che assisteranno il Gruppo nello svolgimento delle attività di valutazione» dell'ops, con «le alternative possibili». Segno che Ubi non intende precludersi nessuna strada che possa massimizzare il valore economico e il futuro industriale della banca. Tra i nomi di consulenti che potrebbero affiancare Ubi, circolano quelli del Credit Suisse e di Morgan Stanley, già in passato a fianco dell'istituto.

Con i dipendenti Massiah è stato molto cauto. «È molto presto per trarre considerazioni ma è importante sottolineare come questa operazione rappresenti, per il momento, solo una proposta che, prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee».

L'ops richiederà alcuni mesi prima di partire: Intesa ha detto che depositerà in Consob il documento di offerta entro il 7 marzo, dopo aver chiesto l'autorizzazione di Bce, Ivass, Bankitalia e Antitrust. La sua pubblicazione sarà successiva all'assemblea del 27 aprile e dovrà essere preceduta dal disco verde delle authority. «Prima dell'inizio del periodo di adesione, previsto entro fine giugno - ha detto Massiah - il cda di Ubi dovrà esprimersi al riguardo», valutandone la congruità finanziaria e industriale e suggerendo ai soci cosa fare.

La Borsa continua a credere all'offerta mantenendo i titoli vicini ai valori espressi dal concambio, con quello di Ubi che viaggia con un piccolo premio del 2%. Per il presidente di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, l'offerta «è piaciuta» a Piazza Affari. «Credo che la reazione del mercato abbia dato una misura del vantaggio» che l'operazione porta «a tutti gli azionisti e a tutte due le banche» con benefici per clienti, dipendenti e territori.

«È una proposta al mercato, forte, ben strutturata e ben studiata da Intesa che crea valore per gli azionisti di Ubi», ha detto l'ad di Unipol Carlo Cimbri, che con Bper ha contribuito all'ops, rilevando filiali in eccesso e rami di società di bancassurance di Ubi. Una valutazione positiva arriva anche da Standard and Poor's, che ha messo sotto osservazione con implicazione positive il rating di Ubi e confermando il voto su Intesa.

Il premio del 22,6% al netto del dividendo (che verrà staccato prima dello scambio azionario) non convince invece tutti i grandi soci di Ubi anche se, per il successo dell'ops, sarà decisivo il giudizio del mercato, che detiene più del 70% del capitale. «I valori dell'offerta sono lontani da quelli che ci si aspettava», dice uno di loro. Oggi il Car, il patto a cui aderisce il 17,8% del capitale, si riunirà per una prima valutazione dell'ops dopo aver sottolineato come Ubi sia «centrale per l'Italia».

L'operazione ha invece ricevuto il nulla osta del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che sottolinea «come sia importante che ci sia un consolidamento del nostro sistema bancario» e invita la politica a stare «fuori» da «un'operazione di mercato» con cui Intesa punta ad aumentare la sua forza in Italia e in Europa, creando il terzo gruppo per capitalizzazione e il settimo per ricavi del Vecchio Continente. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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