Ubi Banca, in nove mesi utile a 162 milioni
Un utile netto consolidato in crescita dell’8,1% a 162 milioni euro; proventi operativi netti in diminuzione del 3,5% a 2.467 milioni; solidità patrimoniale in aumento, con un Cet1 (Common Equity Tier 1) che sale su base trimestrale al 13% a livello «phased in» contro il 12,94% del 30 giugno, e a regime cresce dal 12,33 al 12,56% di fine giugno.
È la sintesi dei conti dei primi nove mesi del 2015 approvati dal Consiglio di gestione di Ubi Banca presieduto da Franco Polotti. Gli analisti e il mercato si aspettavano forse di più: in Borsa il titolo ha chiuso in calo del 2,47%. Prosegue il buon andamento delle commissioni nette (+6,8%), trainate dai prodotti d’investimento, mentre si consolida il miglioramento della qualità del credito, con minori esigenze di rettifica (-10,9%). Questi andamenti - si legge in una nota dell’istituto - hanno consentito di compensare pienamente il calo del margine d’interesse (-9,5%). I costi sono sotto controllo (-1,3%) e rappresentano il punto di eccellenza del gruppo, assieme alla qualità del credito.
La banca ha comunicato che sono stati 1.103 gli azionisti di Ubi che hanno esercitato il diritto di recesso relativo alla delibera di trasformazione in spa. Il diritto riguarda 35,4 milioni di azioni, il 3,927% del capitale, per un controvalore di 258 milioni di euro, al prezzo di liquidazione di 7,288 euro per azione.
Le azioni saranno offerte in opzione ai soci dal 12 novembre al 12 gennaio 2016, sempre a 7,288 euro. Le azioni inoptate potranno poi essere offerte in Borsa.
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