Tutti i bonus per l’edilizia: quali restano e quali cambiano
Il superbonus al 110% non è per sempre. Gli sconti rimarranno ancora per un anno, anche se non per tutti. Poi è previsto un decalage del beneficio. Il governo ha però voluto dare certezza, evitando di rincorrere i finanziamenti anno per anno. Così sono stati rinnovati per un triennio anche il vecchio bonus ristrutturazioni e il cosiddetto ecobonus nella versione classica. Rimane, ma perde un terzo dello sconto, il bonus facciate anche per tutto il 2022.
Ecco una mini guida sapendo che il testo della manovra arriva ora in Parlamento.
Superbonus
Il superbonus al 110% è finanziato per tutto il prossimo anno solo per i condomini e per le case Iacp (o equivalenti). Vale per i pagamenti effettuati entro il 31 dicembre 2022. Dopo la detrazione rimane ma cala di percentuale: scende al 70% nel 2023 e al 65% nel 2024. Per le case unifamiliari invece il calendario è diverso. Non cambia nulla - cioè rimane la detrazione al 110% - fino al 30 giugno. Poi lo stesso sconto si allunga fino alla fine dell’anno se il proprietario ha un’Isee inferiore a 25mila euro, oppure se ha già fatto entro lo scorso 30 settembre una Cila (la comunicazione di inizio lavori asseverata) o le pratiche per demolizione con ricostruzione. Ma questi aspetti, va detto, potrebbero essere modificati in Parlamento, visto che alcuni partiti di maggioranza hanno espresso perplessità, ad esempio sul valore considerato troppo basso dell’Isee.
Bonus facciate
Sarà necessario realizzare gli interventi e fare il «bonifico parlante» entro la fine dell’anno se si vuole approfittare del bonus facciate al 90%. Dopo questa data, per tutto il prossimo anno, lo sconto rimane ma la percentuale di detrazione scende al 60%. La caratteristica di questo bonus è che la detrazione non ha un tetto di spesa e richiede meno burocrazia del superbonus. Non serve ad esempio asseverare la regolarità urbanistica dell’immobile. Finito questo bonus, dal 2023, si torna al bonus ristrutturazioni al 50% oppure per ottenere il superbonus ridotto del 65% bisognerà fare il «cappotto energetico»: non basterà tinteggiare.
Ristrutturazioni
Draghi ha detto chiaramente di voler dare certezze ed evitare rifinanziamenti anno per anno. Così sono stati finanziati fino al 2024 i bonus tradizionali. Sulle ristrutturazioni la detrazione è del 50% da spalmare in 10 anni nella dichiarazione dei redditi. Il tetto complessivo a 96mila euro per unità immobiliare. Per l’ecobonus classico lo sconto è invece del 65% e riguarda gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nel superbonus (le caldaie dei singoli appartamenti se non legate all’attivazione del 110% per altri interventi). Non cambia il Sismabonus.
Mobili e giardini
Sarà riconfermato anche il bonus mobili che si attiva solo se l’immobile per il quale si fanno gli acquisti è interessato da interventi di ristrutturazione, ma lo sconto si riduce: la detrazione era al 50% fino a 16.000 euro di spesa (anche per acquisto anche di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+) e ora scende ad un massimo di 5.000 euro. Gli interventi di ristrutturazione possono essere iniziati nell’anno precedente a quello di acquisto e non dipendono dall’ammontare della spesa di ristrutturazione. Viene confermato fino al 2024 il bonus giardini, che consente uno sconto del 36% fino ad un massimo di 5.000 euro sulle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree private, impianti di irrigazione e pozzi.
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