Economia

Tuco Casette, la start up che fa del gioco una cosa seria

Alla base del progetto la riscoperta della dimensione analogica e la scelta di materiali naturali
Il Mangiatelefono, prodotto simbolo di Tuco Casette: niente distrazioni per mamme e papà quando si gioca con i cuccioli © www.giornaledibrescia.it
Il Mangiatelefono, prodotto simbolo di Tuco Casette: niente distrazioni per mamme e papà quando si gioca con i cuccioli © www.giornaledibrescia.it
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C’è chi punta sul digitale a oltranza, sulla realtà virtuale quando non aumentata. E chi, pur senza demonizzare le nuove tecnologie, ricerca il valore di un’esperienza di gioco e di socialità che si rifà ad una dimensione di assoluta concretezza.

É il caso di Tuco Casette (www.tucocasette.it), srl monteclarense che con i requisiti della start up innovativa ha dato vita a un progetto che ha nel legno e nei materiali naturali la propria cifra stilistica, nell’ideazione di «un gioco volutamente analogico», per dirla con le parole del ceo Alberto Minotti, 43 anni, isorellese di origini, la propria filosofia. Vale da esempio il «Mangiatelefono», nato come gadget ma divenuto prodotto simbolico. Una scatoletta di legno dalle fogge di coccodrillo diventa il custode mordace dello smartphone di papà e mamma, per evitare che si distraggano mentre giocano con i loro cuccioli. Perché il cellulare è sì utile, ma «cannibalizza i nostri momenti liberi»: quel che è dato, è reso.

Il progetto dei tre soci - che muove da un investimento iniziale di circa 60mila euro, tutti dedicati a ricerca e sviluppo, certificazione e prototipazione - si è andato arricchendo nei primi due anni lungo filoni differenti. Anzitutto con l’incontro di un partner umbro, «Il pianeta delle idee», che si occupa della produzione materiale di tutti i prodotti, la progettazione e la commercializzazione dei quali invece sono made in Brescia.

Le casette

In principio furono (e sono) le casette da giardino e quanto va a corredo. Con l’intento di renderle strutture calde ed ecologiche, totalmente personalizzabili. Grafica e soluzioni modulari diventano strumenti al servizio di ogni singolo bambino, che il sogno sia la casa della principessa o il castello che assicura riparo dal drago. Con tanto di foto del piccolo... padrone di casa. Una linea che, come spiega Minotti - oltre che impreditore, art director in un’agenzia di comunicazione e docente d’accademia - nel Bresciano ha trovato una partnership commerciale in Barbanzé, noto negozio del centro di Brescia, dove casette e giocattoli Tuco (di ogni tipo: dai memory al domino, fino all’evocativo «Crea Avventure», tutti sempre in legno) hanno trovato uno spazio ad hoc.

Percorsi didattici

Ma la voglia di dare forma alla magia ha portato alla creazione di un altro progetto nella galassia Tuco, una joint venture che sotto il brand «Crea Parchi» unisce oltre ai partner umbri anche un’altra realtà nota a molti papà e mamme bresciani, Giocabosco di Gavardo. Dalla singola casetta si passa all’allestimento di un intero percorso didattico da collocare in parchi, giardini pubblici, scuole, ambienti di comunità. A restare immutato è l’intento di base: restituire alla fantasia dei più piccoli la possibilità di esprimersi in un’esperienza di gioco che ruota attorno a semplicità e concretezza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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