Trasporto merci, la Commissione scommette sull’intermodalità
Prima di ogni cosa i dati: secondo un rapporto pubblicato a inizio anno dal Parlamento europeo il 77% delle emissioni di gas serra nell’Ue (principalmente CO2, il resto metano, monossido di diazoto e idrofluorocarburi) è prodotto dal settore energia: di tale fetta più di un terzo proviene dal comparto dei trasporti (perciò circa il 25% del totale).
Se a ciò si somma che nel 2022 sono stati spostati sulle strade dell’Unione europea 13,6 miliardi di tonnellate di merci si capisce immediatamente come il comparto della logistica, intesa nel più ampio senso possibile, sia centrale per Bruxelles nel percorso di transizione sostenibile.
E dopo le misure relative alle tipologie di motorizzazioni (Euro 7, stop al 2035 dei motori benzina e Diesel per auto e veicoli commerciali), la Commissione prova a mettere mano proprio al trasporto merci.
Terzo tentativo
Questa settimana l’esecutivo ha infatti proposto una direttiva volta proprio a migliorare la competitività del settore in ottica intermodale, andando così ad aggiornare il testo datato 1992 dopo che altre due proposte, nel 1998 e nel 2017, erano state respinte dagli altri organi comunitari. Tassello fondamentale del pacchetto «Greening Freight Transport», che mira a contribuire alla riduzione delle emissioni nel settore del 90% entro il 2050, la bozza si concentra proprio sull’intermodalità, intendendo con ciò un sistema ibrido di movimentazione delle merci in grado di combinare camion, treni, chiatte, navi e aerei.
Se infatti il trasporto su gomma (auto e camion) è responsabile del 71% delle emissioni dei trasporti (25% del totale Ue come si diceva), quello aereo contribuisce per il 14,4%, quello per mare per il 13,5% mentre su ferro solamente per lo 0,5% (residuale uno 0,5% con altre modalità secondo i dati forniti dal Consiglio europeo a luglio 2023). E la proposta di direttiva si muove proprio nell’ottica di combinare in modo più efficiente di vari sistemi, prevedendo il trasporto su gomma solo per le fasi iniziali e finali del viaggio.
Il contenuto
Il cuore della normativa è il supporto a operazioni che riducono almeno del 40% le esternalità negative rispetto al trasporto su strada, con l’intento di abbattere del 10% i costi per l’intermodalità entro 7 anni. A tal fine verranno utilizzate piattaforme digitali create in conformità al regolamento sull’informazione elettronica per il trasporto merci: tali sistemi offriranno strumenti di calcolo che consentiranno agli organizzatori del trasporto di verificare l’idoneità delle loro operazioni al supporto. Questo passaggio dovrà garantire che la logistica sia più pulita ed efficiente e in grado di ridurre l’impatto ambientale.
Oltre a ciò la bozza (seguirà il normale iter di approvazione) prevede un’esenzione da divieti temporanei di guida, consentendo ai camion che operano nelle brevi tappe di raggiungere i terminal quando necessario, basandosi sugli orari di partenza dei treni, delle chiatte o delle navi. Questo aumento della flessibilità dovrebbe migliorare l’uso delle infrastrutture e ridurre i tempi morti. Un portale europeo sul trasporto intermodale consentirà inoltre di accedere ai quadri politici nazionali degli Stati membri, fornendo informazioni sulle misure in atto e migliorando la trasparenza delle varie legislazioni.
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