Trasformare l'idea in business: inizia il cammino di Daydream
Arrivano emozionati, leggermente intimiditi, mentre fuori il cielo grigio e basso avvolge quel pezzo di città che lentamente sta cambiando volto, tra angoli moderni e passato industriale.
Via Vantini, sede della società Sei Consulting. Per i vincitori di Daydream è il primo giorno del percorso di formazione che li porterà ad indossare i panni di imprenditori nel settore dell’innovazione. Questo è l’obiettivo: trasformare l’idea presentata al bando lanciato da Giornale di Brescia, Talent Garden e Tip Ventures, con la partecipazione di Sei Consulting, in un vero progetto di impresa. Sul fatto che non sia una cosa facile sono tutti concordi, ma al tempo stesso i partecipanti sentono l’emozione di trovarsi di fronte a un’occasione unica, una sfida da cogliere in tutta la sua complessità.
Eccoli, i vincitori: si parte da Valentina Todeschi, la più giovane, con l’app per sfogare il proprio estro creativo con le «ship», ovvero le storie parallele che i fan possono creare partendo da personaggi di film o libri; vi sono poi Giovanni Manzoni e Michele Faini, il duo che punta sulla robotica; chiudono il tris di innovatori Matteo Capponi e Massimo Biasetti, concentrati su una piattaforma per mettere in rete pezzi di ricambio particolari che vanno incontro a specifiche esigenze dei clienti. Davanti a loro, per iniziare il lavoro, Marco Cavagnini responsabile dell’area finanza di Sei Consulting.
«Avete un’idea in testa che sicuramente vi è ben chiara - ha detto ai partecipanti -. Ora dovete cercare di renderla altrettanto chiara a potenziali investitori e clienti. Per farlo, una delle prime cose da cui partire sono i numeri». Bisogna scendere nel dettaglio, insomma, nel tecnico, per valutare la portata di un progetto. Analizzarlo in ogni sua componente, valutarne i fattori di forza e quelli di debolezza.
«Siamo qui per migliorare le vostre idee, non spaventatevi se per caso sarà necessario anche cambiarle», ha proseguito Cavagnini.
Dopo il suo intervento è toccato a Nicole Derelli e Petr Koprotkin entrare nel dettaglio del «Business model canvas». Cos’è? Immaginate un grande foglio suddiviso in riquadri dove si affrontano le domande chiave di ogni progetto: quali sono le risorse? qual è il segmento di mercato? chi sono i potenziali partner? e via dicendo. Una tabella che gli aspiranti imprenditori dovranno compilare nell’arco delle prossime due settimane.
In seguito, a ciascuno verrà proposto un colloquio singolo con Sei Consulting per analizzare il lavoro svolto. Compiti a casa, insomma. «Di sicuro sono meglio di quelli che ci danno a scuola», commenta ironica Valentina Todeschi. «Siamo molto contenti di essere qui, ci stanno dando le basi per costruire il nostro business in maniera concreta», aggiunge Michele Faini». «Una grande emozione - conclude Massimo Biasetti -. Abbiamo bisogno di investitori, vogliamo strutturarci al meglio». Per le chiacchiere, però, c’è poco tempo: è già ora di mettersi al lavoro in vista del prossimo incontro..
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