Tra università e Formula 1, Riccardo sfrutta la scia del vento
E poi dicono che i giovani sono choosy, schizzinosi. Questa storia dimostra l’esatto contrario ed è la storia di Riccardo Manfredini, 23 anni di Lonato, un esame prima della laurea magistrhale in ingegneria a Brescia, ora nel pericardio del mondo della Formula 1 dopo esser stato ammesso all’Infiniti Engineering acadey.
«Infiniti Engineering Academy - spiega Riccardo Manfredini - è un programma mondiale rivolto agli studenti che desiderano lavorare nel motorsport e nell'automotive, che è nato dalla collaborazione tra Infiniti e Renault Sport F1 (la tecnologia ibrida sviluppata da Infiniti per le vetture stradali è applicata in formula uno sulle vetture del team Renault, ndr) e giunto ora alla sua terza edizione. Un programma che punta a trovare nuovi ingegneri per il settore dell'auto».
Per accedervi è necessario superare una lunga selezione, quest’anno con circa 4000 partecipanti di sette regioni (Europa, USA, Canada, Cina, Emirati Arabi Uniti, Asia-Oceania, Messico), di cui 1.050 solo per l’Europa. Di questi 4.000, ogni regione ne seleziona 10 che si sfidano in una finale di due giorni costituita da varie prove volte a valutare le capacità tecniche, le soft skill e la capacità di relazionarsi (in lingua inglese) con i media. I vincitori di ogni regione hanno quindi la possibilità di svolgere 6 mesi di stage presso Infiniti e 6 mesi in RenaultSport F1 in Inghilterra.
Il vincitore della regione europea è stato Riccardo, orgoglio per la sua famiglia, orgoglio per la facoltà di Ingegneria bresciana ed anche per il nostro territorio.
Ora cosa stai facendo? Misurando le parole e con modestia spiega: «Attualmente sto lavorando all’Infiniti Technical Centre a Cranfield, dove mi occupo di aerodinamica. In particolare lavoro allo sviluppo aerodinamico dei modelli Infiniti europei, svolto tramite test in galleria del vento o simulazioni Cfd (Computational fluid dynamics). Attualmente vivo a Milton Keynes assieme a Alexandros, Caitlyn e Shihab (rispettivamente vincitori della finale messicana, americana e degli Emirati Arabi Uniti), ma a maggio ci trasferiremo a Oxford per iniziare il nostro stage presso RenaultSport F1, scambiandoci con gli altri 3 ragazzi (Felix, Jaeden e Xuezi (Sally). Prima di trasferirmi quassù ho sempre vissuto a Lonato del Garda anche perchè questo questo è il mio primo impiego come ingegnere».
«L’ambiente di lavoro che ho incontrato in Infiniti è molto professionale, ma allo stesso tempo giovane e multietnico - ammette il giovane bresciano -. Molto stimolante sia dal punto di vista ingegneristico, sia dal punto di vista culturale. Attualmente i miei obiettivi sono quelli di imparare e trarre il massimo da questa opportunità e conseguentemente mettermi alla prova. Sono stato sempre appassionato per il mondo dell’automobile e sono chiaramente desideroso di rimanere in questo ambito».
E prima cosa facevi? «In precedenza ero (e sono) studente all’Università di Brescia, iscritto al corso di laurea magistrale in Ingegneria meccanica dell’autoveicolo (del quale mi manca un esame e la tesi di laurea); l’anno scorso ho svolto - aggiunge l’ ingegnere di Lonato - un master in Motorsport Aerodynamics presso Experis Motorsport a Maranello. Inoltre faccio parte del team di formula student dell'Università, UniBS Motorsport, da alcuni anni. Ora in Infiniti sto sviluppando la mia tesi che ha come oggetto lo studio e lo sviluppo di dispositivi di controllo di flusso all’anteriore per l’ottimizzazione aerodinamica di un crossover (Experimental and Numerical investigation of front bumper to wheelhouse ducting effect on the aerodynamics of a generic crossover veliche relatore universitario Prof. Marco Gadola, relatore in Infiniti Andreas Kremheller). Non mi nascondo - chiude Riccardo - dicendo che ho meno interesse per i motori e preferisco occuparmi di telaistica della macchina, anche se cercherò di propormi come aereodinamico».
Una passione che radici profonde. «Fin da piccolo - racconta il 23enne - le auto sono sempre state per me un grande interesse. Concluso il liceo ho deciso di iscrivermi a ingegneria proprio per questa mia passione. Un messaggio che vorrei trasferire ai giovani è soprattutto questo: trasformare le proprie passioni in obiettivi chiari, impegnandosi al massimo per raggiungerli e cogliendo tutte le opportunità che si incontrano senza timore. Cercando naturalmente anche di specializzarsi impegnandosi in progetti o corsi extra curricolari». Insomma anche per Riccardo credo valga il detto di un vecchio manager della formula uno che diceva: se vuoi … puoi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato