Tra gennaio e febbraio il sistema Brescia cerca oltre 30mila lavoratori
C’è una questione che assilla le imprese bresciane almeno quanto il caro energia, il balzo dell’inflazione e la crisi innescata dall'invasione russa dell'Ucraina: ed è il vituperato mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro. Tema più volte affrontato sulle pagine del nostro giornale, ma che ad ogni indagine torna prepotentemente di attualità.
Il disallineamento di competenze è una battaglia ingaggiata da tempo da Confindustria Brescia e trova conferme anche nella fotografia scattata lo scorso dicembre da Unioncamere-Anpal attraverso il sistema Excelsior. L’analisi fornisce le previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali della nostra provincia, analizzando le dinamiche di domanda e offerta di lavoro su un campione di imprese. Ebbene, nonostante il clima di incertezza legato alla guerra e nonostante l’andamento in calo delle pratiche di avviamento, il territorio bresciano conferma una certa vitalità del mercato del lavoro.
La ricerca
Nel periodo dicembre 2022 e febbraio 2023, secondo i dati del sistema Excelsior, le imprese bresciane cercano un totale di 33.110 persone. Un numero importante, ma che comunque di molto inferiore rispetto a quello dello scorso anno, in calo di 11.500 unità sullo stesso periodo del 2022 (-25%). La minore richiesta di occupati interessa quasi esclusivamente il settore dell’industria con 10.280 assunti in meno (la restante parte, 1.180, riguarda i servizi). Secondo l’indagine nel 29% dei casi le entrate previste sono «stabili», ossia a tempo indeterminato, mentre il 71% sono a termine. Le entrate si concentrano per il 61% nei servizi e per il 64% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
Per il 33% dei casi si cercano figure giovani, sotto i 30 anni. Per l’11% viene richiesta laurea (con punte però che superano il 58% per le professioni dirigenziali e tecnici specializzati), per il 29% viene richiesto il diploma di scuola media superiore, mentre per il 36% è sufficiente la scuola dell’obbligo.
Ma attenzione, il 49% delle aziende segnala la difficoltà a trovare i profili desiderati. Secondo lo studio, la mancanza di candidati è la principale difficoltà segnalata nel Bresciano. Tra le professioni più difficili da trovare prevalgono i farmacisti, i biologi e gli altri professionisti delle scienze della vita, seguiti dagli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche; da progettisti, ingegneri e professioni assimilate e da operai metalmeccanici ed elettromeccanici. Nell’anno di Brescia capitale, la provincia si attrezza anche a livello turistico: si cercano commessi e addetti all’accoglienza. Le attività legate al turismo e alla ristorazione prevedono di assumere, nel trimestre considerato, oltre 4mila persone, ma 580 unità in meno rispetto al 2021. Anche se i dati Excelsior sono difficilmente sovrapponibili con quelli elaborati dalla Provincia di Brescia (che sintetizziamo qui a fianco), alcune analogie si possono trovare: delle 217.935 pratiche di avviamento al lavoro registrate nel 2022, oltre la metà sono riferite a persone con competenze «medium level» mentre un terzo delle persone avviate al lavoro entra con competenze richieste «low level» e parliamo di oltre 72mila pratiche. Sono poco meno di 35mila i lavoratori avviati con skill definito come «high level».
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