Torna al vaglio europeo il Pnrr «revisionato» con 144 proposte di modifiche
Prende il via l’esame da parte dell’Unione europea della tanto attesa revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. Il documento con le proposte italiane è stato trasmesso a Bruxelles e la Commissione Ue ha ora due mesi di tempo per il via libera. Poi toccherà al Consiglio dire la sua entro quattro settimane adottando la decisione che chiuderà la procedura.
«La Commissione valuterà se il piano modificato soddisfa ancora i criteri di valutazione delineati nel regolamento Recovery», ha sottolineato Bruxelles in una nota, osservando che le richieste italiane si basano principalmente sulla necessità di tenere conto della mutata realtà, in primo luogo l’alta inflazione e i vincoli imposti dalla catena degli approvvigionamenti. Il Pnrr rivisto e corretto contiene 144 proposte di modifiche di progetti e riforme, il maggior numero tra i 14 finora presentati da altrettanti Paesi alla Commissione, ed è stato integrato con gli interventi destinati a utilizzare anche i 2,7 miliardi assegnati all’Italia dal programma RepowerEu per sostenere la transizione energetica.
L’Italia non ha invece chiesto, come fatto da altri partner, di ricorre ai 5 miliardi della quota parte disponibile del fondo Ue destinato a compensare gli effetti della Brexit. E non ha neanche indicato formalmente, almeno per ora, la volontà di usufruire di nuovi prestiti nell’ambito del NextgenerationEu. Del resto Roma ha già ottenuto tutto l’importo messo a sua disposizione e solo se gli altri Paesi non esauriranno con le loro richieste i 225 miliardi ancora disponibili (la Spagna ne ha già chiesti 84) potrà sperare di avere altre risorse.
Percorso complesso
La partita sulla revisione del Pnrr è destinata a intrecciarsi, nelle prossime settimane e mesi, con quella sull’erogazione dei 18,5 miliardi della terza rata - su cui è stata raggiunta un’intesa di massima tra Roma e Bruxelles che deve però ancora completare l’iter formale - e l’accettazione delle dieci modifiche proposte agli obiettivi della quarta rata, del valore di 16,5 miliardi. Un percorso articolato e complesso che avrà inevitabilmente anche ripercussioni sui progetti che interessano da vicino gli enti locali e che hanno messo in allarme sindaci e presidenti di Regioni.
E non è stato un caso se il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, sotto la cui regia si sta svolgendo il confronto tra Roma e Bruxelles sulla revisione del Pnrr, proprio in concomitanza con l’invio alla Commissione delle modifiche richieste ha incontrato i presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, i rappresentanti dell’Anci e dell’Upi nonchè i sindaci delle città metropolitane. In questa sede, Fitto ha ribadito che «nessun intervento sarà definanziato» assicurando che «tutte le opere continueranno a essere realizzate senza interruzione» in quanto solo dopo l’approvazione della proposta inviata alla Commissione «si provvederà alla sostituzione della fonte di finanziamento».
Al termine dell’incontro con Fitto il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha sollecitato «un ruolo più incisivo delle Regioni e delle Province, attraverso un raccordo permanente tra il ministero e le stesse Regioni, in modo da esaminare, monitorare e condividere sia gli aspetti di riprogrammazione sia quelli di attuazione» del Pnrr.
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