Timken, dalla chiusura decisa all'intesa sul rilancio
Fu un fulmine a ciel sereno quello che il 19 luglio scorso colpì i lavoratori della Timken. L'accordo delle scorse ore è stato invece il risultato di una vertenza lunga mesi e a tratti estenuante, in cui il presidio no stop dei lavoratori ha avuto un peso, forse non solo simbolico, rilevante.
Tre mesi sospesi allo stabilimento Timken di Villa Carcina. All'estremo le lacrime, di angoscia prima, di gioia ora.
Alla base dell'intesa, il lavoro dei sindacati e delle istituzioni del territorio, che in pochi giorni ottennero un confronto con la multinazionale. Senza esito sulle prime. Come pure, più tardi il tavolo di confronto al Mise.
Ci provarono tutti a trovare una soluzione: da Confindustria Brescia al Vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, che fu in visita al presidio nella giornata di Ferragosto. I vertici parevano irremovibili. Tanto che il 25 agosto fu avviata la procedura di licenziamento per tutti i dipendenti.Nel frattempo, le sorti degli addetti dell'impianto triumplino si dividono: 30 lavoratori trovano un’altra occupazione, gli altri 70 invece sperano avvenga un miracolo.
E il miracolo è arrivato pochi giorni prima della data in cui sarebbero dovuti partire i licenziamenti. Un accordo che lascia forse non meno increduli quei lavoratori che avevano temuto il peggio e che ora possono tirare un sospiro di sollievo. Al termine di quella che è una storia, per una volta, con un finale non amaro.
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