Tiber resta a corto di commesse: a rischio 50 posti di lavoro
La crisi del settore grafico si sta mangiando progressivamente posti di lavoro. Alla Tiber di via della Volta a Brescia - un'impresa cittadina nata nel 1967 come cartotecnica e poi trasformata in un’azienda grafica specializzata nella stampa di riviste, cataloghi, libri e volantini - stanno rischiando di perdere il posto di lavoro una cinquantina di addetti.
Mercato in crisi
Le difficoltà a reggere gli scossoni di un mercato che richiede sempre meno carta stampata sarebbero in corso in Tiber già da almeno quattro anni, innescate in modo insidioso dall'epidemia da Covid e da tutte le conseguenze che ha portato.
Negli ultimi due anni però la situazione avrebbe preso una via ancora più incerta e difficile, minata oltre che dal calo degli ordini anche dall'aumento dei costi energetici, dagli scossoni di un'inflazione che dal 2022 a oggi ha eroso molto potere d'acquisto, e in generale da costi sempre in aumento che hanno portato l'impresa a perdere una fetta di fatturato stimabile tra il 70 e l'80%.
Il gruppo
Oggi in via Volta le macchine stanno lavorando ma il timore è che possano rimanere accese ancora per poco, lasciando senza occupazione da un giorno all'altro qualche decina di uomini e donne. Di fatto Tiber è attrezzata con due rotative però da circa un anno per carenza di ordini ne sta funzionando solo una.
Del gruppo di Tiber fa parte anche la Color Art di Rodengo Saiano, acquisita dalla famiglia Becchetti per diversificare il lavoro con un'operazione che ha dato i suoi frutti, visto che la stampa piana (e non a ciclo continuo come in Tiber) si starebbe dimostrando più competitiva.
Oggi il gruppo è formato da circa centoventi dipendenti, di cui cinquanta occupati in Tiber e settanta in Color Art. Per tamponare la crisi della «sorella» cittadina, dal sito di Rodengo Saiano potrebbero intervenire, ma solo parzialmente, probabilmente assumendo non più di quattro o cinque persone.
La trattativa
Per scongiurare di lasciare allo sbaraglio i 50 lavoratori in via della Volta è in corso anche una trattativa tra la proprietà e le confederazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. È probabile che i rappresentanti delle tre maggiori sigle sindacali stiano puntando all'avviamento «paracadute» di un ammortizzatore sociale, visto che al momento non risulta che l'azienda abbia ancora chiesto di poter fruire della cassa integrazione.
Allo stesso tempo sarebbe attesa la richiesta (da parte dell'azienda) di apertura dello stato di crisi, una modalità che garantirebbe a una parte dei lavoratori, quelli con più anni di anzianità (risulta che ce siano alcuni con 40 anni di contributi), di agganciare il treno del prepensionamento, che oggi la legge fissa a quota 38 anni. Insomma, la situazione è molto complicata e altrettanto delicata, ma le vie per renderla meno drammatica pare non manchino.
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