Terra Moretti Vini brinda a un 2021 straordinario: i ricavi su del 47%
La pandemia ha indotto una metamorfosi della filiera del mondo del vino; ha imposto di riconfigurare processi produttivi; cercare nuovi mercati; sviluppare nuovi prodotti. L’enologo Francesca Moretti, presidente di Terra Moretti Vini non ha dubbi: «Il Covid ha cambiato, e per certi versi aiutato, il comparto.
Il lockdown ha fatto aumentare il livello di conoscenza e di consumo; la riapertura dei locali e la voglia di stare insieme ha poi generato entusiasmo e propensione a scegliere i prodotti con più cura e attenzione».
Terra Moretti Vino - la sub-holding del comparto vitivinicolo nel diversificato gruppo Terra Morretti - ha chiuso il 2021 con risultati a dir poco straordinari. I balzo dei ricavi netti (celebrato anche dalla recente indagine Mediobanca sulle principali società di capitali italiane del mondo del vino) è stato intorno al 47%, toccando i 78,6 milioni (erano 64,5 milioni nel 2019 e 53,2 milioni nel 2020); il valore della produzione è salito a 83 milioni (70,6 mln nel 2019 e 57,26 mln nel 2020); l’Ebitda è stato pari a 16,4 milioni (14,5 mln nel 2019 e 3,2 mln nel 2020); infine l’utile ante-imposte è stato di 9,8 milioni (5,2 mln nel 2019 e -3,8 mln nel 2020).
Sei cantine
Alla sub-holding - ricordiamo - fanno capo sei cantine, collocate in tre regioni italiane ad alta vocazione vitivinicola: Bellavista e Contadi Castaldi in Franciacorta; poi ci sono Petra, Tenuta La Badiola e Teruzzi in Toscana; infine Sella & Mosca ad Alghero in Sardegna.
«Siamo di fronte a una crescita progressiva e costante - spiega Massimo Tuzzi, dal settembre 2020 Ceo di Terra Moretti Vino -. Un trend solido, nonostante gli esiti della pandemia e gli accadimenti internazionali. Risultati che anticipano di un anno gli ambiziosi obiettivi prefissati nel piano industriale presentato lo scorso giugno».
Le sei aziende occupano complessivamente 450 dipendenti, di cui una media tra avventizi e fissi dedicati alla campagna di 234 lavoratori. 1154 gli ettari totali condotti a vigna di cui 896 di proprietà, 35 in affitto e 223 in collaborazione con conferitori storici, per i quali Terra Moretti Vino gestisce personalmente tutte le attività di campagna. Il totale del costo del lavoro del 2021, comprensivo di manodopera diretta e avventizi in campagna, si è attestato a 19 milioni agli stessi livelli del 2019.
La strategia
I traguardi raggiunti da Terra Moretti Vini non sono risultato di eventi fortuiti, ma frutto di una strategia ben precisa. In questo anno e mezzo il gruppo si è ad esempio focalizzato in modo «chirurgico» sul mondo Horeca, con i prodotti storici, ma anche con il lancio di nuove referenze; ha saputo investire sui clienti storici (ristoranti, enoteche, wine bar...) scegliendo con cura «dove essere presenti e come essere presenti»; ha messo in atto strategie commerciali e di marketing che hanno premiato le vendite.
«Abbiamo lavorato molto anche sotto il profilo gestionale riuscendo a valorizzare tutto il potenziale delle nostre cantine - chiosa ancora il ceo Tuzzi - armonizzando i processi, i sistemi e l'organizzazione, con particolare focus sul consolidamento del passaggio generazionale e sulla managerializzazione degli assetti di vertice».
I numeri
Nell'insieme, i marchi del gruppo Terra Moretti Vino hanno venduto 9,4 milioni di bottiglie di cui 2,6 milioni all'estero nei principali Paesi: Germania, Stati Uniti d'America, Canada, Svizzera, Giappone, Russia, Regno Unito, Belgio, Olanda, con un prezzo medio superiore di 1 euro a bottiglia rispetto al 2019. «A livello di mercati, Terra Moretti Vino prosegue nello sviluppo e nel posizionamento dei propri vini principalmente nel canale Horeca, sia in Italia sia all'estero» spiega ancora Tuzzi. Infine diminuisce infine l’indebitamento bancario che passa da 94,7 milioni del 2019 ai 90 milioni del 2020 fino ad arrivare agli 81,5 del 2021. Mentre raddoppiano gli investimenti che nel 2022 saranno pari a 8 milioni rispetto ai 4,2 mln del 2021 (2,5 nel 2020).
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