Tensioni in Tiber: stipendi in arretrato nel sito di Rodengo

Flavio Archetti
È stato dato il via libera al pagamento della cassa integrazione ai 50 addetti un tempo attivi in via della Volta in città
Il sito della Tiber in città © www.giornaledibrescia.it
Il sito della Tiber in città © www.giornaledibrescia.it
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Dopo la crisi che ha colpito il sito cittadino della Tiber, l’attività grafica di via della Volta è formalmente cessata lo scorso 7 ottobre con l’entrata in cassa integrazione di 50 addetti, anche all’interno del ramo d’azienda di Rodengo Saiano (ex Color Art) si sta alzando la tensione.

Secondo alcune testimonianze e la ricostruzione fatta da fonti accreditate, nello stabilimento franciacortino, dove lavorano ancora una sessantina di dipendenti, le commesse non mancano, ma la violenta crisi partita dall’ex quartier generale della Tiber, a Brescia, ha inevitabilmente ridotto la liquidità disponibile.

Va detto che nel frattempo, a capo della società, la famiglia Becchetti ha intrapreso un piano di rilancio dell’azienda attraverso il concordato preventivo. I legali della Tiber hanno avanzato l’istanza al Tribunale di Brescia lo scorso 6 novembre e la società è stata ammessa alla procedura il 13 novembre.

Piano di risanamento

Al giudice delegato Simonetta Bruno e al commissario giudiziale Gianpaolo Magnini spetta ora il compito di vagliare il piano di risanamento, che l’azienda dovrà predisporre entro sessanta giorni. Tra le opzioni che la proprietà della Tiber potrebbe prendere in considerazione vi è anche quella di cedere alcuni asset, come ad esempio i macchinari e il fabbricato di via Volta. Una soluzione auspicata e caldeggiata dai dipendenti che lamentano stipendi in arretrato.

Nelle ultime settimane, peraltro, ad alzare la tensione tra azienda e lavoratori vi sarebbe anche il fatto che i cinquanta addetti un tempo impiegati nello stabilimento di via della Volta e per i quali da ottobre è «scattata» la cassa integrazione, al momento non si sono ancora visti accreditare il sussidio statale e tantomeno un piccolo acconto del Tfr. In seguito ad alcune verifiche, tuttavia, emerge che recentemente il Ministero ha dato all’Inps il via libera ai pagamenti. I primi assegni, compatibilmente con gli iter burocratici previsti, sono attesi entro fine anno

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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