Tassa sulle merendine e sui biglietti aerei, è già polemica
Sulla tassa sulle merendine «non è deciso ancora nulla, la valuteremo insieme, ci ragioneremo e ci confronteremo»: così il premier Giuseppe Conte ha risposto ai giornalisti appena arrivato a New York per partecipare dalle prossime ore ai lavori dell'Assemblea generale dell'Onu. «È prematuro dire se decideremo di sì, tra le ipotesi che ho ventilato c'è anche questa possibilità, un'iniziativa che rappresenta un nuovo approccio in termini di cultura alimentare e per la salute dei nostri bambini».
«L'Italia vuole la leadership nel mondo e il primato sul tema del Green new Deal», ha poi affermato il premier anticipando uno dei temi principali dell'Assemblea. «Questo - ha spiegato il premier appena giunto a New York - non significa ovviamente tassare il nostro sistema produttivo per liberare risorse, ma significa però creare incentivi per riorientare tutto il sistema in quella direzione». Conte ha infine affermato che incontrerà in questi giorni il presidente americano Donald Trump.
A lanciare la tassa sulle merendine e quella sui biglietti aerei, in realtà, è stato il ministro M5S Lorenzo Fioramonti e, secondo buona parte del Movimento, si è trattato di un salto eccessivo in avanti. Anche perché, se nei 5 Stelle lo stop alla tassa sulle merendine è totale, sono fortissime le perplessità anche sulla cosiddetta «aviation tax». «Bisogna piuttosto creare dei disincentivi e degli incentivi che orientino il sistema verso il Green New Deal», spiega un esponente M5S del governo bocciando, di fatto, la proposta Fioramonti.
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