Superbonus, ora si viaggia a quota 70%: ecco come, chi e per quanto
In linea con il resto d’Italia anche per la provincia di Brescia si stima che gli interventi di ammodernamento condotti grazie al Superbonus abbiano riguardato poco più dell’1% degli immobili. E per tutti gli altri edifici?
Le prospettive tracciate dal presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi sono tutt’altro che rosee: «Il problema dei crediti incagliati è stato la principale causa della sospensione di molti cantieri avviati dalle imprese sulla base dello sconto in fattura. Resta, quindi, alto il rischio per queste ultime di incorrere in enormi contenziosi con i condomini, incentivando sul territorio la diffusione di scheletri urbani con cantieri fermi e tribunali intasati, premiando i furbi che hanno intascato fondi pubblici senza finire i lavori».
I numeri
Nel 2021, con l’entrata a regime, il Superbonus ha portato nella provincia di Brescia investimenti per 1,8 miliardi, un valore che raggiunge l’82% degli investimenti complessivi in manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo provinciale. Nel 2022 è stato raggiunto il livello record di 2,6 miliardi, quasi l’83% del rinnovo abitativo, una percentuale che si mantiene al di sopra della media nazionale.
Come funziona ora
Ma cosa succede dal 2024? La maxi-agevolazione è passata al 70%, ma solo per i condomini senza la possibilità di usufruire della formula della cessione del credito e dello sconto in fattura. La detrazione che spetta per gli interventi da Superbonus per la quale si è già optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito effettuati fino al 31 dicembre 2023 non sarà oggetto di recupero da parte dell’Agenzia delle entrate nell’ipotesi in cui gli interventi non vengano ultimati o non sia stato raggiunto il miglioramento di due classi.
È invece previsto un contributo per le spese sostenute dall’1 gennaio al 31 ottobre 2024 relative agli interventi nei condomini e negli edifici composti da due o quattro unità immobiliari di un unico proprietario o di persona fisica o in comproprietà solo per i redditi con Isee sotto i 15mila euro e che abbiano raggiunto entro il 31 dicembre 2023 almeno il sessanta per cento dei lavori.
«Si tratta di soluzioni che soddisfano solo l’1% dei quasi 13 miliardi di opere condominiali ancora a metà – conclude Deldossi –. Pur condividendo la necessità di chiudere la stagione del 110% per aprire una riflessione seria sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia, in particolare per le famiglie meno abbienti, permane la necessità di una proroga».
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