Superbonus, facciate, ecobonus: cosa c'è da sapere sugli sconti
Lavori in corso, questa volta non sugli immobili, ma sugli sconti che il fisco riconosce ai contribuenti: dalle ristrutturazioni ai miglioramenti sismici, dai giardini alle facciate, fino all’ormai noto «superbonus» al 110%. La manovra economica, ma anche il decreto fiscale appena approvato, cambia alcuni interventi previsti.
L’allarme rosso suona per chi vuole utilizzare il bonus facciate, che scade a fine anno, e novità ci sono anche per il Superbonus.
Ristrutturazioni ed ecobonus
Sono rifinanziati fino al 2021, ma c’è già l’accordo per una proroga anche nel 2022. Sulle ristrutturazioni la detrazione è del 50% da spalmare in 10 anni nella dichiarazione dei redditi. Il tetto complessivo a 96mila euro per unità immobiliare. Per l’ecobonus classico lo sconto è invece del 65% e riguarda gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nel superbonus (ad esempio le caldaie dei singoli appartamenti se non ’trainate’ dall’attivazione del 110% per altri interventi).
Facciate
Il bonus facciate scade a fine anno e, tranne ripensamenti sempre possibili durante l’esame della manovra da parte del Parlamento, non sarà prorogato per tutti. L’ultima novità - che deve trovare conferma nel testo finale - è che chi avrà pagato il 10% dei lavori sfruttando lo sconto in fattura con un’impresa o la cessione del credito potrà usufruirne anche per i lavori del 2022. «La caratteristica di questo bonus - afferma l’architetto Pistolesi - è che la detrazione è al 90%, più alta di quella per le ristrutturazioni, non ha un tetto di spesa e richiede meno burocrazia rispetto al superbonus. Non serve ad esempio l’asseverazione della regolarità urbanistica degli immobili». Cosa accade a chi non riuscirà a rispettare la scadenza di fine anno? L’intervento rientrerà nel bonus ordinario al 50% oppure bisognerà fare il «cappotto energetico» - insomma non basterà una tinteggiatura - per far salire lo sconto al superbonus.
Superbonus
Al momento il superbonus al 110% è finanziato per tutto il 2022 solo per i condomini e per le case Iacp (o equivalenti). Per le unità immobiliari unifamiliari e le ville scade invece il 30 giugno, cioè entro quella data devono essere fatti i pagamenti. La strada che il governo sembra intenzionata a seguire è di una proroga al 2023 solo per i condomini, con l’ipotesi di un successivo decalage al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. «Tre sono le tipologie - spiega Pistolesi -. C’è l’ecobonus che richiede il miglioramento di almeno due classi energetiche e la copertura di almeno il 25% delle superfici opache (di fatto le mura) dell’esterno del palazzo. C’è poi il sismabonus per interventi di rilievo; le caldaie a maggiore efficienza, ma solo se condominiali. Le diverse soglie sono un ginepraio ma si trovano anche, per i singoli interventi, sul sito dell’Ance». La caratteristica del superbonus è che se viene attivato «attrae» nello sconto al 110% anche interventi che rientrano bel bonus ordinario di ristrutturazione: ad esempio per le finestre o le caldaie dei singoli appartamenti, oppure - pensando ai condomìni - per gli ascensori, il vano scale e le altre parti comuni.
Sismabonus
Serve per gli interventi che migliorano gli immobili e cambia a secondo se si tratta di unità singole o condomini e a seconda di quanto viene migliorata di due gradini la classificazione sismica dell’immobile. Per le singole unità immobiliari lo sconto è del 50, 60 o 70%; per i condomini al 75 o all’85%, proprio a seconda dei lavori. Sarà riconfermato
Giardini e mobili
Consente uno sconto del 36% fino a un massimo di 5.000 euro sulle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private, impianti di irrigazione e pozzi. Sarà rinconfermato anche il bonus mobili che si attiva solo se l’immobile per il quale si fanno gli acquisti è interessato da interventi di ristrutturazione: la detrazione è al 50% fino a 10.000 euro di spesa per acquisto anche di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni).
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