Superbonus, ecco come salvare gli edifici teleriscaldati
Dopo mesi di polemiche, ipotesi e summit tecnici pare sia stata trovata la soluzione per consentire agli edifici allacciati al teleriscaldamento di Brescia di poter accedere al Superbonus. Domani sarà infatti depositato in commissione bilancio, al Senato, il maxi-emendamento della maggioranza dedicato al rilancio del 110%, l’incentivo fiscale chiamato a riqualificare il patrimonio edilizio nazionale.
La soluzione prevede che per il teleriscaldamento, invece di applicare il «fattore di conversione» calcolato lo scorso giugno, si applicherà quello in vigore nel luglio 2020, quando è diventato legge il Decreto Rilancio che ha varato gli sgravi sulle riqualificazioni edilizie. Una soluzione che consentirà di sbloccare cantieri fermi (la sola Aler di Brescia ha bloccati progetti su 1.500 alloggi da riqualificare) e ridare slancio alla filiera dell’edilizia.
L'emendamento
A tirare le fila politiche dell’operazione, a Roma, è stato in particolare il senatore Adriano Paroli (Forza Italia) che, in vista di lunedì, esprime «cauto ottimismo». «Incrocio le dita - spiega - ma finalmente credo si sia trovata la soluzione. La maggioranza ha fatto un lungo lavoro per mettere a punto un maxi-emendamento dedicato al Superbonus che rivedrà l’incentivo del 110% nelle sue estensioni e nei suoi scaglionamenti». Ad esempio sarà prorogata al 31 dicembre 2022 la scadenza per gli interventi sulle villette, a patto che entro il giugno 2022 sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori (quota che potrebbe essere alzata al 60%). Ma l’aspetto che interessa Brescia è l’ultimo punto del testo che di fatto recepisce l’emendamento predisposto nelle scorse settimane da Paroli.
Quel comma dice che «ai soli fini della predisposizione degli attestati di prestazione energetica» «si applicano sempre i fattori di conversione in energia primaria validi al 19 luglio 2020, anche nel caso di eventuali successivi aggiornamenti degli stessi». Una mossa che consentirà di «non penalizzare» Brescia.
Cosa è successo
Il motivo? Per accedere al 110% serve che gli immobili facciano un doppio salto di classe energetica. O, se si è già in A3, che si raggiunta l’A4, il massimo. Lo scorso 30 giugno A2A, tramite una società di certificazione terza, ha dovuto aggiornare i fattori di conversione da applicare per calcolare l’Attestato di prestazione energetica (Ape) degli edifici allacciati al teleriscaldamemto. Il fattore è sceso a 0,12, un livello bassissimo figlio degli investimenti di A2A nella decarbonizzazione delle fonti di calore utilizzate per alimentare la rete (addio al carbone, accumuli termici, uso del calore delle acciaierie). Una mossa virtuosa che ha però comportato che molti edifici allacciati al teleriscaldamento siano finiti in classe A4 anche se di fatto sono un colabrodo. Un paradosso, appunto. E una beffa per i proprietari pronti a partire con i lavori.
Ora si riporta il fattore di conversione a quello del luglio 2020, consentendo di tener buoni i progetti in campo. «Resto cauto - dice Paroli -, aspettiamo quel che accadrà nelle prossime ore in commissione. Ma siamo davvero vicini alla soluzione». L’accordo politico sull’emendamento c’è. La strada dovrebbe essere in discesa. «Ho seguito l’intera vicenda in prima persona - continua l’ex sindaco - ma devo ringraziare i colleghi bresciani Vito Crimi e Stefano Borghesi per il lavoro fatto insieme, oltre alla ministra Maria Stella Gelmini».
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