SummIT: «Nelle piccole aziende vanno introdotte dinamiche da grandi»

«Tu non vedi, guardi come un allocco. C’è una bella differenza tra guardare e vedere!». La frase, pronunciata durante la lettura teatrale tratta da «Vita di Galileo» di Bertolt Brecht in apertura dell’evento, rende bene l’aria che da oltre un decennio anima SummIT, la kermesse sull’innovazione promossa dai settori Servizi alle imprese e alle persone e Digitale di Confindustria Brescia.
Una frase che ben tratteggia le linee guida dell’appuntamento, non a caso titolato «Permettiamoci di demolire il cielo fra innovazioni, visioni, resistenze e responsabilità», in scena a Villa Fenaroli e come sempre ampiamente partecipato da una platea persuasa che proprio la scienza e la sua evoluzione abbiano come obiettivo quello di, per dirla ancora con le parole di Brecht, «alleviare le miserie della natura umana».
La tavola rotonda
Un anelito che corre forte anche attraverso la tavola rotonda moderata dal giornalista Sebastiano Barisoni, che tra nostalgia, riflessioni filosofiche ed una buona dose di autocompiacimento accompagna il dibattito indugiando sulle trasformazioni che la quarta rivoluzione industriale porta con se.
Sul piatto, temi come il valore del cambiamento, l’inverno demografico, la questione salariale, il legame tra scienza e industria e l’intelligenza artificiale: forse un po’ troppi per consentire un reale approfondimento, ma certo rappresentativi della complessità del mondo sul quale quotidianamente ci affacciamo.
Gli interventi
Se infatti Germano Bonomi, professore di fisica sperimentale all’Università di Brescia e ricercatore al Cern di Ginevra, si sofferma sul rapporto tra scienza ed industria, evidenziando che «la scienza oggi chiede all’industria e alle imprese di costruire gli apparati sperimentali che le servono per gli esperimenti, domandando all’industria anche di andare un po’ oltre», il presidente del settore Servizi alle imprese e alle persone Ivano Tognassi indugia sul valore della componente umana in relazione all’algoritmo, focalizzandosi non solo sul ruolo del settore dei servizi («Il mondo dei servizi bresciano è vasto e vitale, imprescindibile oggi per il comparto manifatturiero della nostra provincia», dice) ma anche sul valore del cambiamento.
Prepararsi al cambiamento
«Dobbiamo inventarci il cambiamento ogni giorno – tira corto –: è giusto guardare al passato ma lo è allo stesso modo approfondire con l’analisi scientifica le opportunità per il futuro. Nei prossimi 5 anni – affonda – avremo una richiesta di collaboratori qualificati a cui non siamo pronti, e come Confindustria dobbiamo continuare a formare i nostri imprenditori e dirigenti, come facciamo ad esempio con Fondazione Aib e Isfor».
«Oggi più che mai è difficile conciliare per una pmi lo sforzo di equiparare i risultati delle grandi aziende in ambito digitale», rincara Sergio Venturetti, alla guida del più giovane settore Digitale, per il quale «il primo antidoto è oggi quello di creare una cultura aziendale diffusa, lavorando sulla formazione e introducendo anche nelle piccole aziende alcune dinamiche da grandi. L’Intelligenza Artificiale – conclude Venturetti – è una rivoluzione che si innesta in quella già esistente, all’interno di un processo avviato con la rete».
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