Sul Garda è nata Millesoli, la prima comunità energetica tra privati
Nasce sul Garda «Millesoli», la prima comunità energetica rinnovabile tra privati del territorio bresciano. A promuoverla, non più tardi di un paio di settimane fa, la salodina Benaco Energia, affiancata da Andersen Brescia per la parte legale e dallo studio Walter Faccincani di Desenzano per quella fiscale: una settantina i soggetti già coinvolti tra produttori, consumatori ed i cosiddetti prosumer, vale a dire produttori e consumatori simultaneamente.
L’opportunità, del resto, è ghiotta: le Cer consentono infatti di produrre e condividere energia verde rinnovabile, riducendo la spesa energetica e ottenendo anche un contributo per l’installazione di nuovo fotovoltaico. E del fotovoltaico, si sa, il nostro territorio è regina: Brescia è infatti al primo posto della classifica nazionale per potenza installata.
Il punto
Che poi a mettere in pista il progetto sia stata proprio una realtà come Benaco Energia non è un caso: nata nel 2002 (peraltro in forma consortile), la spa con sede a Salò da 22 anni si occupa di energia, partendo dalla produzione ed arrivando alla vendita, all’installazione di impianti, ai progetti di efficienza energetica ed alla consulenza. Oggi il gruppo (che conta anche Idroelettrica Centro Italia, Genco e Aden, tutte controllate al 100%) fornisce luce e gas, realizza impianti fotovoltaici chiavi in mano e offre soluzioni per la mobilità elettrica come per l’efficientamento energetico: nel 2023 i ricavi hanno superato i 27 milioni di euro, con oltre 162 milioni di Kwh gestiti ed un portafoglio clienti di 8.866 utenze.
«Il tema energetico è da sempre nel nostro dna ed era da tempo che monitoravamo la questione delle Cer, complice anche la nostra attività di consulenza per diverse grandi realtà interessate alla transizione - racconta Alessandro Crescini, amministratore delegato di Benaco Energia insieme alla collega Angela Raggi -: una volta compresi i meccanismi di base, abbiamo messo insieme un team forte e iniziato a raccontare le opportunità connesse ai nostri stakeholders, sino a decidere di creare questo “contenitore” all’interno del quale condividere virtualmente l’energia e generare ulteriore virtuosità, con benefici economici, sociali ed ambientali tanto per i soci quanto per il territorio stesso».
Lo scenario
Inutile dire che l’idea, per ora, sembra piacere tanto ai produttori di impianti (per lo più pmi del territorio) quanto ai consumatori, che in questo modo hanno la possibilità di mettere a fattor comune le loro scelte in una logica di transizione, cavalcando peraltro due linee strategiche vantaggiose: l’accesso a tariffe incentivanti di durata ventennale per l’energia condivisa e i contributi a fondo perduto messi a disposizione dal Pnrr per gli impianti sotto i 5 mila abitanti.
«Abbiamo voluto chiamare la Cer Millesoli non solo per un omaggio letterario all’opera di Lapierre ma perché ci piace pensare che il progetto che oggi avviamo sul Garda possa guardare lontano, magari pensando ad un obiettivo di mille impianti, o di mille soci», dettaglia ancora Crescini che sulla scorta del lavoro fatto per la Cer sta fornendo assistenza anche ad altri soggetti, enti pubblici o realtà territoriali chiuse. «Purtroppo anche per le comunità energetiche le cose sono state fatte un po’ all’italiana - tira corto -: i soldi a disposizione ci sono e sono anche tanti, ma per mettere a terra i progetti l’iter è davvero complicato e questo ha rallentato molto la nascita delle comunità stesse».
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