Stefana: la preoccupazione dei lavoratori di via Bologna
Preoccupazione e paura. All’indomani dell’incontro che ha visto seduti intorno ad un tavolo i rappresentati di Gip ed Esselunga, il commissario giudiziale, la Fim e la Fiom, per i lavoratori della Stefana di risposte concrete non ne sono arrivate.
Riuniti in assemblea nel sito produttivo di via Bologna a Nave, gli operai iscritti alla federazione bresciana della Cgil speravano che qualche notizia potesse diradare le fitte nubi che da un paio d’anni rendono incerto il futuro di una delle realtà metallurgiche più importanti di Brescia. Ma così non è stato.
«Interlocutorio e insoddisfacente»: così è stato definito l’incontro con i vertici della Gip e con Esselunga, che ha ribadito di essere interessata solo al sito di Ospitaletto, dove intende costruire un polo logistico di smistamento delle merci.
Le notizie, insomma, sono quelle già trapelate in queste settimane: offerta congiunta di 53 milioni di euro per i tre stabilimenti di Montirone, Nave via Brescia e Ospitaletto, e assorbimento di tutti gli operai, circa 400. Per il sito di via Bologna a Nave, che conta circa 200 lavoratori, invece, nessun interesse si è ancora concretizzato.
Assemblea straordinaria anche per i lavoratori della Fim Cisl, traditi nelle aspettative e amareggiati per tutti i dubbi sorti intorno a quest’ultima offerta. Bisognerà ora attendere l’assemblea dei creditori e il voto sulle decisioni. Ma intanto i tempi si allungano.
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