Economia

Stefana, l'Enel sospende l'energia in via Brescia

Fine anno carica di preoccupazioni per i lavoratori della Stefana
Stallo alla Stefana
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Fine anno carica di preoccupazioni per i lavoratori della Stefana. Due fatti inattesi e inaspettati complicano la già difficile situazione dell’azienda che occupa all’incirca 700 dipendenti, e che proprio in queste ore sta contrattando con i sindacati il rinnovo del contratto di solidarietà per i 200 operai del laminatoio di via Brescia e dell’acciaieria di Montirone (anche se l’azienda vorrebbe adottarlo senza anticipi), in scadenza proprio oggi.

Il primo fatto consiste nella decisione del Cda di formalizzare la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo con riserva. La delibera è di lunedì 29.

È una decisione che testimonia ancor di più la grave difficiltà in cui versa la Stefana di Nave. Giusto ieri mattina si è dovuto prendere atto del secondo e non meno preoccupante fatto: l’Enel ha sospeso la fornitura di energia elettrica per lo stabilimento di via Brescia. Pare, ma il condizionale è d’obbligo, per una pesante posizione debitoria della ditta bresciana. Un’interruzione di forniture che segue di poche settimane quella del gas, dell’inizio di novembre in tutti e quattro gli stabilimenti. Solo dopo due settimane i lavoratori poterono tornare ai loro consueti turni, dopo aver dato vita ad un presidio al di fuori dello stabilimento di via Bologna.

Ieri mattina invece è stata interrotta la fornitura di energia elettrica nel solo stabilimento di via Brescia, non negli altri tre. Sul fronte del contratto di solidarietà, in scadenza proprio oggi, ai sindacati ieri non è giunta nessuna notizia da parte dell’azienda dopo che lunedì i lavoratori dei due impianti, riunitisi in assemblea, avevano deciso di sostenere la posizione di non accettare un accordo per il rinnovo di un altro anno di solidarietà diverso da quello adottato per i lavoratori degli altri due stabilimenti, che scadrà nel maggio dell’anno prossimo. Quella degli anticipi è infatti una pregiudiziale sulla quale i sindacati non intendono discutere ulteriormente. Ma le più recenti notizie rendono ancora più incerto il futuro

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