Stanadyne, a breve il caso potrebbe arrivare in Regione

Paola Gregorio
Lo hanno comunicato i politici che hanno visitato il presidio davanti all’azienda di Castenedolo: la discussione dovrebbe avvenire in Commissione Attività produttive
La visita al presidio fuori dalla Stanadyne
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A rischio ci sono cento posti di lavoro: a breve il caso Stanadyne – l’azienda di Castenedolo messa in liquidazione dal fondo americano Cerberus che rappresenta la proprietà – potrebbe arrivare sul tavolo della Commissione Attività produttive della Regione.

La visita al presidio

Lo ha annunciato il consigliere regionale di Alleanza, Verdi e Sinistra Onorio Rosati, che con il senatore di Avs Tino  Magni ha fatto visita martedì mattina al presidio dei lavoratori davanti all’azienda che continua, insieme allo sciopero a rotazione, anche dopo la ripresa della produzione avvenuta il 17 dicembre.

Rosati e Magni sono solo gli ultimi politici, in ordine di tempo, ad esseri recati a Castenedolo per incontrare i lavoratori: la vicenda ha infatti attirato l’attenzione bipartisan della politica locale, regionale e nazionale, che in modo trasversale si  sta mobilitando per trovare una soluzione che garantisca la continuità produttiva  e la salvaguardia dei posti di lavoro. A Confindustria Brescia è stato dato il mandato di esplorare un eventuale interesse a rilevare l’attività di Castenedolo.

Chiarimenti

«Faccio parte dell’ufficio di presidenza della Commissione Attività produttive – ha spiegato Rosati –. Con altri consiglieri abbiamo già fatto la richiesta di convocazione in commissione, affinché la Regione si metta in moto per garantire la continuità lavorativa e la salvaguardia dei posti di lavoro. A giorni dovrebbe arrivare la convocazione. La Regione ha una serie di strumenti che possono incentivare chi stia ragionando sul prendere in mano le redini di questa azienda. Quando ci sarà la seduta chiameremo anche l’azienda, tenendo conto del fatto che si ha a che fare con una multinazionale».

Magni ha aggiunto: «Faremo un’ interrogazione al ministro competente affinché porti al tavolo Automotive anche il caso Stanadyne. Molte imprese, anche bresciane, lavorano per le aziende tedesche, e l’economia della Germania sta vivendo una fase di recessione. Il Governo dice che è cresciuta l’occupazione, ma ciò è avvenuto nei lavori di basso profilo. L’attività produttiva è in calo da ventun mesi. Il Governo deve dare degli indirizzi, mentre ad oggi sulla politica industriale non c’è nulla, a fronte di una crisi dell’Automotive. C’è anche il problema dei lavoratori delle aziende che lavorano per la Stanadyne».

Impegno e promesse

Il consigliere provinciale, Sergio Aurora, si è detto disponibile a interpellare il presidente della Provincia Emanuele Moraschini per capire se sia possibile coinvolgere i consiglieri nella redazione di una mozione congiunta.

Il sindaco di Castenedolo, Pierluigi Bianchini, ha sottolineato: «Speriamo di avere presto risposte. Ci siamo attivati e abbiamo destato l’interessa della politica a tutti i livelli. Sono state presentate interrogazioni. Penso che i primi giorni di febbraio ci si ritroverà con tutti gli attori coinvolti per capire se tutto quello che è stato fatto darà dei frutti».

La Fiom, con il segretario provinciale Antonio Ghirardi e con Barbara Basile, conferma l’impegno «per tenere alta l’attenzione del mondo politico e istituzionale. Abbiamo un accordo con Confindustria Brescia che si è impegnata per indagare se ci siano acquirenti interessati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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