Economia

Sostenibilità, Mori 2A presenta a Dublino il modello a misura delle piccole imprese

Il progetto «Care» è «Molto più di un progetto - dice Alvise Mori - è concreto e trasparente come i valori dell’azienda»
Il sito produttivo di Mori 2A a Castenedolo - © www.giornaledibrescia.it
Il sito produttivo di Mori 2A a Castenedolo - © www.giornaledibrescia.it
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Il nome del progetto «Mori 2A Cares» non è casuale: deriva dal verbo inglese «to care», che significa preoccuparsi, tenerci, interessarsi. Lo scorso 27 ottobre lo studio sulla responsabilità sociale d’impresa della Mori 2A di Nuvolento ha letteralmente catalizzato l’attenzione degli esperti di tutto il mondo presenti alla conferenza internazionale Aee di Dublino, promossa dell’Associazione Ingegneri Energetici.

«Quando sul palco abbiamo iniziato a parlare della nostra realtà produttiva, del contesto lombardo di piccole e medie imprese in cui siamo inseriti e del nostro approccio alla responsabilità sociale d’impresa, abbiamo subito colto il grande interesse del pubblico - dichiara con orgoglio il ceo Alvise Mori, affiancato dal manager per la sostenibilità, Aurora Alessia Bosio, e dall’ingegnere Francesca Marini, consulente in sistemi di gestione di energia -. Il progetto ha riscosso un grande interesse e un’accoglienza che non ci saremmo mai aspettati».

Il gruppo

Mori 2A è una storica azienda bresciana del settore casalinghi: realizza prodotti in acciaio inossidabile e materie plastiche per il settore Horeca. Venne fondata nel 1928 dalla famiglia Mori ed oggi opera con due stabilimenti produttivi: a Nuvolento e Castenedolo. Un’azienda dinamica e protesa al futuro: l’ultimo investimento (circa 1 milione di euro) è la nuova palazzina dove hanno trovato sede l’Academy, il reparto di ricerca e sviluppo, l’auditorium e una palestra che verrà aperta ai collaboratori.

«Credo fortemente nei giovani e nella formazione: l’Academy è il luogo dove crescere insieme - spiega Alvise Mori, alla guida dell’azienda col padre Aristide -. Ma anche dove valorizzare i prodotti attraverso un moderno show-room dove confrontarsi con i clienti sui prodotti del futuro. L’etica è da sempre un elemento fondante del nostro modo di fare impresa».

Il progetto «care»

Queste le premesse che nel 2020 hanno portato al progetto Mori 2A Cares. «Molto più di un progetto - chiosa Alvise Mori -. Il modello fa sintesi di un bisogno che è specchio dei valori della nostra azienda e del territorio bresciano: ovvero fare sostenibilità in modo concreto e trasparente; dare seguito ad una passione tramandata da generazione in generazione».

Alla conferenza di Dublino, Aurora Alessia Bosio e Francesca Marini sono riuscite a dimostrare come anche le piccole medie imprese metalmeccaniche possano implementare importanti miglioramenti e centrare gli obiettivi di sostenibilità. «Mori 2A Cares ha l'obiettivo di diventare un esempio di best practice, incentivando le pmi del territorio ad intraprendere un percorso di sostenibilità - dichiarano -. Per le grandi imprese è più semplice attuare progetti di sostenibilità. Mori 2A Cares è facilmente addottabile, si fonda su sistemi di gestione e standard internazionali e quindi è replicabile». «Il modello si basa sostanzialmente su tre pilastri: l’efficienza energetica attraverso l’ottimizzazione dei nostri processi produttivi - spiegano -. Il secondo pilastro è rappresentato dalla costruzione di relazioni di fiducia sulla supply chain; infine l’approccio human centric, con le persone al centro».

L’azienda lo scorso gennaio ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità aziendale ispirato agli standard Gri, seguito dall’ottenimento della certificazione di responsabilità sociale Sa 8000 e dal calcolo della carbon footprint, ovvero quel parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo, espresse generalmente in tonnellate di CO2 equivalente.

Non è tutto

La famiglia Mori ha istituito il primo «Mori 2A Supply Award» che riconosce l’importanza rivestita dai fornitori. A questo si aggiungono i corsi di formazione per i dipendenti, l'organizzazione di giornate di team building e iniziative con l'obiettivo di coinvolgere maggiormente i dipendenti sulle attività in fase di realizzazione dall'azienda. Prossimo passo? Calcolare la water footprint, l’impronta idrica. Ma questo è il tema del prossimo capitolo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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