Sono 34 i Comuni bresciani senza uno sportello bancario
Nella nostra provincia ci sono 34 Comuni totalmente sprovvisti di sportelli bancari. Il fenomeno della «desertificazione bancaria», tocca in modo pesante anche il Bresciano: sono oltre 34mila i cittatini che vivono in territori privi di filiali, circa 2.500 le imprese in Comuni dove non è presente una banca.
I dati sono stati raccolti dalla First Cisl - primo sindacato dei bancari attivi nella nostra provincia, che sul tema ha creato un Osservatorio nazionale - e verranno illustrati e discussi nel corso del convegno in programma lunedì 23 ottobre, a partire dalle 10.30 all’Hotel Ambasciatori di via Croceffissa di Rosa a Brescia.
I relatori
Dopo i saluti del segretario generale della First Cisl Brescia, Gian Paolo Bottanelli e del segretario generale Cisl, Alberto Pluda, sul tema si confronteranno Alessandro Azzi, presidente della Federazione Lombarda delle Bcc; Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl nazionale; Hermes Bianchetti, vicedirettore generale di Banca Valsabbina; Emanuele Moraschini, presidente della Provincia di Brescia.
«Per migliaia di nostri concittadini, molti dei quali anziani, non avere uno sportello di prossimità significa dover sopportare pesanti disagi per accedere a servizi - dichiara il segretario bresciano della First Gian Paolo Bottanelli -. Negli ultimi anni questo problema si è aggravato, senza che il ricorso sempre più spinto al digitale riuscisse a tamponare le falle aperte».
Non sono solo le persone a subire le conseguenze dell’abbandono dei territori da parte delle banche. «Anche per molte piccole imprese la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante - chiosa Bottanelli -. Un problema che si riassume con poche parole: meno credito, meno servizi».
I numeri
La chiusura degli sportelli bancari è una emorragia che sembra non avere fine: l’ultimo aggiornamento sulle filiali bancarie nella provincia di Brescia, al 31/12/2022, somma 663 sportelli, un dato che, ironia della sorte, è pressoché analogo a quello registrato, nella serie storica di Banca d’Italia, alla fine del 1998. In questi 25 anni, le banche hanno dapprima aperto filiali e, poi, successivamente le hanno chiuse. Sempre meno filiali e sempre più concentrate: con ben 141 sportelli, oltre il 21%, solo nel Comune Capoluogo.
Guardando all’andamento più recente, nel 2017 a Brescia si segnalavano 815 sportelli, oggi sono 663: il calo è stato del 18,6%; inferiore all’emorragia registrata a livello lombardo, -24% (da 5.431 sportelli a 4.094 sportelli); ancora più evidente il raffronto con il nazionale dove la perdita negli ultimi cinque anni è stata del 23,3% (da 27.374 sportelli a 20,986 sportelli).
Nella nostra provincia si segnalano 53 sportelli ogni 100mila abitanti: la densità è più elevata rispetto alla Lombardia (41 sportelli per 100 mila abitanti) e rispetto all’Italia (36 sportelli).
I Comuni abbandonati
In soli due anni, dal 2021, i Comuni senza la presenza di filiali sono passati da 29 a 34, tra questi non solo i piccoli centri montani come Paisco Loveno, Vione, Irma e Magasa, ma anche importanti centri con densità di popolazione importante come ad esempio Ome (3.200 abitanti) Muscoline (2.600 abitanti), Berzo Inferiore (2.500); ma anche realtà come Acquafredda, Barghe, Sellero che hanno circa 1500 abitanti.
La desertificazione potrebbe crescere ancora: secondo i dati aggiornati al 30 giugno 2023, sono 60 i Comuni bresciani «a rischio», dove è presente un solo sportello bancario, di questi ben 31 sono Comuni montani, hanno una popolazione residente di circa 150mila abitanti e un numero di imprese superiore alle 11.500.
Ad arginare il fenomeno sono le banche del territorio: negli ultimi cinque anni, ad esempio, le banche di credito cooperativo, che contano 219 filiali nella nostra provincia hanno chiuso solo 4 filiali (la riduzione è stata dell’1,8%). La chiusura degli sportelli ha creato e creerà non pochi disagi alla clientela, soprattutto a quella più anziana che non ha dimestichezza con la digitalizzazione. Finiti i tempi della banca sotto casa, quella dove il direttore era un sicuro punto di riferimento come il medico, o il farmacista; ma sembra ancora lontano il tempo di un effettivo e pratico utilizzo della digitalizzazione da parte di tutti.
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