Software, ambiente e neuroscienze daranno forma al nostro domani
Guida autonoma, progetti di sostenibilità ambientale, e approccio neuroscientifico all’alimentazione. Si è parlato di innovazione a 360 gradi nel secondo appuntamento di SetteOttavi + Uno, il roadshow di Confindustria Brescia, giunto alla terza edizione e dedicato alle diverse zone in cui l’associazione è suddivisa a livello provinciale.
La Cascina Fenilgrande di Offlaga ha ospitato l’incontro intitolato «Bassa Bresciana Occidentale. Visioni del Futuro: le innovazioni presenti che daranno forma al nostro domani». La prima tavola rotonda, moderata dal giornalista Marco Recalcati, ha presentato esempi concreti di innovazione applicata e applicabile in diversi ambiti d’impresa. Uno dei più affascinanti è il progetto di guida autonoma sviluppato dal Politecnico di Milano.
«Il progetto Aida – chiarisce la project manager Chiara Marchesi -, che è acronimo di Artificial intelligence driving autonomus: il nostro obiettivo è sviluppare dei software e una configurazione di guida autonoma da aggiungere su dei veicoli di serie, in modo da poter fare delle sperimentazioni su strade pubbliche in contesti e condizioni diverse».
Uno di questi test è stato fatto in partnership con 1000 Miglia: «Quest’anno abbiamo partecipato alla corsa con una nuova Maserati Gran Cabrio Folgore ad alimentazione totalmente elettrica – ricorda Marchesi -, e abbiamo percorso più di 300 chilometri in modalità totalmente autonoma».
La tecnologia
Ospite al tavolo dei relatori anche Cristian Fracassi, Ceo di Isinnova, che sta mettendo a punto innovazioni sostenibili legate al trattamento delle acque reflue e allo sviluppo di rifiuti trasformati in materia prima.
«Da nove mesi - spiega Fracassi - abbiamo iniziato a studiare e sviluppare una tecnologia per il recupero dell’inchiostro all’interno delle acque. Noi abbiamo trovato delle tecnologie molto economiche che permettono di recuperare sia l’acqua sia l’inchiostro». L’alimentazione è invece il campo d’applicazione delle tecnologie sviluppate da Thimus. «Fino ad oggi – chiarisce il founder e Ceo Mario Ubiali - le aziende dell’alimentare hanno creato prodotti sulla base di criteri come convenienza, facilità di conservazione e facilità di preparazione.
Oggi invece ci troviamo di fronte a sfide molto diverse: esistono persone diverse che vogliono mangiare cose diverse, ed esistono pressioni climatiche, ambientali, economiche di supply chain e di politica internazionale. Grazie ai nostri software siamo in grado di misurare nel cervello degli umani le emozioni che vivono quando mangiano e bevono. Ed è su questi dati che si stanno orientando le scelte delle grandi aziende alimentari».
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