Economia

Smart working: il lavoro da casa si testa in Loggia

A settembre partirà la sperimentazione. In A2A intanto il progetto coinvolge un addetto su 12
IN UFFICIO? NO MEGLIO A CASA
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Lavorare da casa o «sul campo», senza bisogno di recarsi in ufficio e timbrare il cartellino. Gestire i propri orari in maniera flessibile, conciliando le necessità personali e familiari con gli obiettivi lavorativi, «senza vincoli di tempo e di spazio». In sintesi, smart working, lavoro agile, una modalità regolata dalla legge 81 del 2017.

Nelle imprese private, quest’innovazione è ormai consolidata. A2A, per esempio, aveva avviato una fase pilota nel 2016. A fine 2018 erano già 954 i dipendenti coinvolti nel progetto, quasi uno su dodici. Ora tocca agli enti locali. Palazzo Loggia fa parte di un gruppo di 64 pubbliche amministrazioni che sperimenteranno questo nuovo processo lavorativo, fa sapere l’assessore al Bilancio e al Personale Fabio Capra. Dopo la fase di studio e progettazione, «il Comune è ora pronto all’avvio della fase sperimentale».

Secondo un’indagine di InfoJobs entro il 2020 lo smart working sarà realtà nel 51% delle aziende italiane. Ad oggi già il 39% ha testato questa modalità. A2A ne è un esempio significativo, tanto da ricevere lo Smart working Award 2018 del Politecnico di Milano. Il 99% dei suoi 954 dipendenti coinvolti ha dichiarato di voler proseguire con questa modalità. Ciascuno smart worker ha risparmiato 1.100 km di spostamenti per recarsi al lavoro, evitando l’emissione in atmosfera di 11 tonnellate di CO2. Loggia. Anche in Comune sono pronti a partire.

Da settembre 15 dipendenti comunali (14 donne, un uomo) potranno lavorare da casa. «Ovviamente non vigili o operativi, ma personale con profilo amministrativo e tecnico» precisa Capra, per i quali basta una connessione e un pc. La Loggia ha prima individuato le funzioni che potevano rientrare nella sperimentazione.

Poi ha chiesto ai propri dipendenti chi fosse interessato. Infine sono stati individuati i 15 prescelti, con i quali è stato sottoscritto un accordo di «lavoro agile» a distanza per sei mesi, fino a febbraio 2020. «Il lavoro agile - spiega Capra - consente diversi vantaggi per il dipendente, l’amministrazione e l’ambiente. Il dipendente potrà lavorare da casa, in connessione remota, senza doversi recare in ufficio, risparmiando tempo e il costo del viaggio».

Non vi saranno vincoli di orari, ma obiettivi, ad esempio il numero di pratiche, cosa che consentirà al Comune di introdurre un approccio organizzativo più efficace. «Si tratta di un accordo concordato con i sindacati e che andrà monitorato con attenzione per verificarne i risultati» precisa Capra. Se i risultati saranno buoni, il progetto potrà estendersi coinvolgendo altri dipendenti e altri profili, ad esempio informatici, assistenti sociali.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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