Siderurgia: per rimanere strategica, la filiera è a una svolta
La siderurgia è uno degli 8 settori analizzati nella ricerca Bilanci 2020, l'approfondimento che ogni anno la redazione del Giornale di Brescia realizza con l'Università degli Studi di Brescia. Un inserto di 274 pagine in edicola dal 3 dicembre (10 euro più il prezzo del quotidiano) e online sul portale bilanci.giornaledibrescia.it (a cui si può accedere con il coupon contenuto nel volume o acquistando l'accredito online a 9 euro). Sul sito saranno a disposizione i dati economici di più di mille aziende bresciane in versione digitale, filtrabili e consultabili con immediatezza, anche per creare analisi personalizzate e confronti tra imprese.
Di seguito, un'anticipazione del lavoro del gruppo di ricerca, coordinato dal professor Claudio Teodori.
L'analisi
La siderurgia, a partire dalla seconda metà del 2019, ha manifestato segnali di rallentamento, che nel 2020 si sono per forza di cose acuiti. La pandemia, che ha comportato anche un lungo periodo di blocco delle attività, ha fortemente influenzato l’evoluzione a livello mondiale, colpendo con tempi e modalità diverse, con sensibili differenze tra le varie aree geografiche. Infatti, la produzione di acciaio è rimasta stabile a livello mondiale (fonte Federacciai), a causa del forte incremento della Cina: senza considerare il maggiore produttore mondiale (quota vicina al 57%), la riduzione è stata del 7,5%.
L’Unione Europea ha subito un evidente decremento, del 12%: l’Italia ha sofferto un calo (12,1%) di poco superiore a quello della Germania (10,0%) ma nettamente inferiore a quello di Francia e Spagna, prossimo al 20%. L’Italia si conferma secondo produttore in Europa e tredicesimo a livello mondiale, perdendo due posizioni rispetto allo scorso anno. A livello di scambi internazionali, è migliorato il saldo commerciale.
La situazione bresciana
Se dal quadro nazionale passiamo a quello bresciano, si osserva un decremento del fatturato del 14%, sostanzialmente allineato a quello nazionale (-15%), tendenza che ha caratterizzato la quasi totalità delle maggiori imprese locali. La riduzione dei livelli di attività ha comportato un crollo dell’Ebitda, che scende al 4%, la metà dello scorso anno: si tratta di un segnale di forte criticità.
Peggiora anche il grado di efficienza finanziaria nell’utilizzo del capitale, a causa della contrazione del fatturato e della rivalutazione delle immobilizzazioni. Le nove imprese esaminate chiudono il 2020 in leggera perdita, che comporta il valore negativo della redditività netta (Roe). Il rapporto di indebitamento complessivo tiene, favorito dalla rivalutazione che riesce a compensare l’aumento non trascurabile dei mezzi di finanziamento esterni: la capitalizzazione è quindi soddisfacente, meglio del dato medio nazionale. A fianco di un indebitamento stabile, vi è l’equilibrio tra durata degli investimenti e dei finanziamenti.
Con riferimento al 2021 le prospettive, fortunatamente, sono molto buone o almeno lo erano prima dell’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti. Questo clima di fiducia sarebbe rafforzato, a livello nazionale, dalla presenza di un piano strategico della siderurgia, coerente con il Pnrr, a supporto degli ingenti investimenti necessari per sostenere le imprese nell’impegnativo percorso verso l’obiettivo europeo in tema di decarbonizzazione e di impatto ambientale: senza un concreto supporto economico non è realistico e possibile raggiungerlo.
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