Siderurgia bresciana a Bruxelles: «Energia e rottame, urge la svolta»

La siderurgia bresciana vola a Bruxelles per fare pressing sulle istituzioni. Ieri una delegazione del Pirellone ed una del settore siderurgico di Confindustria Brescia si sono recate nella capitale del Belgio per incontrare la Commissione Europea, in particolare i rappresentanti della direzione generale dell’EU per il Mercato Interno, l’Industria, l’Imprenditoria e le Pmi (DG GROW).
Obiettivo: portare le proprie istanze in sostegno ad un comparto strategico e fondamentale per il sistema produttivo ed economico lombardo, oggi in sofferenza proprio a causa dell’iper-regolamentazione europea.
La delegazione
Ad incontrare i vertici dell’Unione, insieme all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, il presidente ed il direttore di Confindustria Brescia, rispettivamente Franco Gussalli Beretta e Filippo Schittone, affiancati da alcuni dei più noti esponenti della siderurgia bresciana appunto, da Giovanni Pasini di Feralpi a Margherita Stabiumi di Alfa Acciai sino a Giorgio Cortesi di Almag e Francesco Franzoni e Marco Fontanella di Raff Metal.
«Questa mattina a Bruxelles abbiamo avuto l’opportunità di presentare alla dirigenza dell’EU quelle che sono le principali problematiche del settore siderurgico e metalluergico» commenta a caldo il leader uscente degli industriali bresciani, Franco Gussalli Beretta, che aggiunge: «Anche in questa sede ho potuto sottolineare le due condizioni fondamentali per mantenere la competitività di questi settori industriali e dei loro processi: il costo dell’energia e l’export del rottame».
L’incontro si inserisce nella più ampia strategia del sistema lombardo avviata tre anni fa con l’intento di «influenzare» le decisioni della Commissione Europea per la salvaguardia delle imprese e dei lavoratori.
I numeri
Del resto, i numeri della siderurgia bresciana non sono certo da poco: stando ai dati Federacciai, nel 2024 le acciaierie bresciane hanno sfornato 5,4 milioni di tonnellate di acciaio, contribuendo per il 54% alla produzione regionale e per il 27% a quella nazionale. Inoltre, l’acciaio bresciano (come peraltro oltre l’85% del nazionale) proviene da impianti a forno elettrico, a dimostrazione dell’importante lavoro fatto dalle aziende in tema di sostenibilità ambientale.
L’industria siderurgica bresciana conta complessivamente 116 aziende che impiegano 5,8 mila addetti diretti, ovvero il 26% degli occupati del settore della Lombardia e l’8% del sistema Paese. Brescia peraltro non è solo uno dei principali poli siderurgici italiani, ma è anche la vera e propria «capitale» nazionale nella lavorazione di metalli non ferrosi, con l’uso di materia prima derivante essenzialmente da rottame.
Le istanze
Quanto alle istanze presentate in Commissione, tra tutte spiccano il tema dei rottami metallici, della neutralità tecnologica e dell’energia, complici gli aumenti dei costi registrati anche nel 2025. Il documento si sofferma sul fatto che «la transizione energetica richiede un mix di fonti, non la sostituzione immediata delle fossili». In particolare vi si legge che «è urgente una strategia basata su rinnovabili, nucleare e altre fonti, semplificando le autorizzazioni e favorendo investimenti.
Tuttavia, il sistema attuale di formazione dei prezzi, legato al gas naturale, non consente di trasferire i benefici delle rinnovabili ai consumatori». Ribadita la necessità di rivedere gli obiettivi di neutralità climatica per il settore dell’auto promuovendo la «neutralità tecnologica».
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