Economia

«Servono deroghe per rendere produttivi tutti i terreni agricoli»

Il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli: «Lo Stato non calchi troppo la mano sulle aziende»
Da sinistra l’assessore regionale Fabio Rolfi, Giovanni Garbelli e Giovanni Grazioli di Confindustria
Da sinistra l’assessore regionale Fabio Rolfi, Giovanni Garbelli e Giovanni Grazioli di Confindustria
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Se alla tempesta perfetta creata dall’innestarsi del conflitto ucraino sulla pandemia si aggiungono le criticità tipicamente italiane, dall’eccessiva burocrazia alla mancata visione strategica, si comprende perché il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli apra l’assemblea generale in corso nella sede territoriale di Leno parlando di un momento «di grande difficoltà», in cui «servono deroghe immediate per ripristinare la capacità produttiva bresciana, italiana ed europea». Un appello condiviso anche dal vicepresidente nazionale Matteo Lasagna e dal leader uscente di Anga Giovanni Grazioli che alle istituzioni in sala - il presidente della Provincia Samuele Alghisi e l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi - lanciano un monito chiaro.

«Noi imprenditori agricoli abbiamo bisogno di deroghe immediate, concrete e senza esitazioni, a esempio per mettere in produzione tutti i terreni», tuona Garbelli per il quale è fondamentale che le autorità «non appesantiscano le aziende, che non si dia corso alle varie prescrizioni che stanno arrivando, che non si calchi troppo la mano sulle autorizzazioni».

Il punto

Emblematico il tema del biogas che, «nonostante i vantaggi enormi che arrecherebbe», continua ad essere «osteggiato» da burocrazia, autorizzazioni e mitigazioni spesso «inique». Garbelli indugia anche sulla «strategia ideologica del non produrre in Italia e del frigorifero pieno». «Confagricoltura va da sempre controcorrente - tira corto - per noi era una criticità ridurre le produzioni, vessare gli imprenditori era una visione miope e sapevamo che prima o poi ne avremmo pagato i conti. Non pensavamo così salati».

E se il vicepresidente nazionale Lasagna si dice «molto preoccupato per comparto zootecnico, dove la mancanza dello Stato si è fatta sentire pesantemente», l’assessore Rolfi condivide l’idea di un cambio di passo e affonda: «Giovedì parlerò al ministro Patuanelli della necessità di rivedere le priorità», sintetizza, soffermandosi poi su temi specifici quali il digestato e la caccia ai cinghiali. L’assemblea si è chiusa con un nuovo appello alle istituzioni a «non pensare solo a programmazioni a lungo termine, ma di tenere monitorato quello sta succedendo, per dare risposte concrete, non lasciando sola alcuna delle 9.500 aziende agricole bresciane, che rappresentano anche una fetta importante del nostro territorio».

Nelle prossime settimane si aprirà la partita del rinnovo delle cariche dell’associazione: il presidente uscente Giovanni Garbelli si è detto disponibile a «continuare a fornire il suo contributo all’interno di Confagricoltura».

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