«Salva Brescia», depositati tre emendamenti al Senato
Tre emendamenti distinti per cercare di risolvere la questione «fattore di conversione» che, nei fatti, impedisce agli immobili di Brescia, collegati alla rete di teleriscaldamento di A2A, di poter fare il salto di due classi necessario per l’agevolazione del 110%. Ieri i senatori Adriano Paroli (Forza Italia), vicepresidente VIII Commissione lavori pubblici; Stefano Borghesi (Lega), componente della Commissione finanze a Palazzo Madama; e Vito Crimi del M5S, hanno ufficialmente depositato a Palazzo Madama le proposte per modificare la Legge di bilancio.
La modifica della Legge di bilancio è quanto mai opportuna al fine di evitare discriminazioni nel ricorso all’incentivo per la riqualificazione energetica. Vicenda paradossale e legata al sistema di teleriscaldamento A2A troppo efficiente. L’uso di fonti rinnovabili da parte della multiutility (accumuli, rifiuti, recupero di calore da acciaierie ecc.) nei mesi scorsi ha abbassato il «fattore di energia primaria» del teleriscaldamento da 0,24 a 0,12, con un deciso miglioramento della classe energetica degli edifici anche se sono un «colabrodo» sotto il profilo dell’isolamento termico, rendendo così molto complicato, se non impossibile, il salto di due classi necessario per godere del 110%.
Per la soluzione del problema in questi mesi si sono dati da fare gli Ordini professionali attraverso il Campus Edilizia. Sul tema si era spesa anche la stessa A2A. Una interlocuzione proficua è stata aperta soprattutto con i tecnici del Mite (il Ministero della transizione energetica) che hanno compreso la problematica bresciana. Nel testo della Legge di bilancio in discussione al Senato tutti si aspettavano la modifica. Ma con grande sorpresa la norma - che pur non avrebbe comportando aumenti di spesa - non è stata inserita.Tre, tutti uguali, da tre schieramenti politici diversi, per dare maggiore forza all’intervento. Il testo fa leva proprio sul fattore di conversione di energia primaria. Con questa iniziativa si potranno non solo tutelare gli investimenti avviati o in via di definizione, ma anche promuovere interventi che comportino effettivo risparmio di energia negli usi finali. Una misura che non comporta un maggior onere per lo Stato. Sulla questione si è pronciato nei giorni scorsi anche l’ottava Commissione permanente del Senato (Vicepresidente Paroli) che, esaminato il Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2022, osserva che «si valuti l’opportunità di agevolare la misura del Superbonus anche nei casi in cui la rete cittadina sia servita da impianti di teleriscaldamento».
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