Salgono i prezzi dei capannoni, i negozi restano sottotono
Il produttivo sta dando segnali di ripresa nelle compravendite e nei valori dopo anni di calo e un ventennio difficile, mentre nel direzionale e nel commerciale il biennio pandemico ha lasciato strascichi rilevanti, influenzati dalla difficoltà delle imprese e del commercio a ripartire e tornare ai livelli di lavoro pre - Covid: dopo la contrazione del 2021 sia per la vendita che per la locazione, attualmente si registrano una stagnazione nelle transazioni e valori invariati, in particolare per i negozi.
I numeri
Lo dice il Listino dei valori degli immobili di Brescia e Provincia, edito da Pro Brixia e curato dalla Borsa Immobiliare, con riferimento al periodo maggio 2021 - maggio 2022. «La ripresa del produttivo è confermata anche dai pre fabbricatori e dal loro aumento di fatturato - spiega Gianbattista Quecchia, presidente del Comitato di Borsa -. E questo in parte per la crescita della spesa per le materie prime ma pure del numero di ordini di capannoni nuovi. Variazioni leggermente in positivo lasciano intendere prospezioni al rialzo nel medio periodo. Il settore - prosegue Quecchia - si sta riprendendo dopo venti anni complicati. È stato in calo dal 2002 - 2003 per esubero di immobili e poi ha avuto una ulteriore caduta dal 2008 con la crisi immobiliare. Ora c’è una ripartenza».
Il commerciale
Più complessa è la situazione per il direzionale e il commerciale. Transazioni e valori erano già scesi nel 2021 in conseguenza del ricorso massiccio allo smart working, per la pandemia, da parte delle imprese, e della crisi e della chiusura di attività commerciali e attualmente si registra una stagnazione. «Il terziario inteso come uffici è un mercato che sta blandamente tenendo - precisa il presidente del Comitato di Borsa - . Il comparto dei negozi invece è fermo, sta perdendo quota e vive momenti più difficoltosi».
Le ragioni non sono da ricercare solo nel biennio pandemico, con le chiusure e le restrizioni, ma anche in un cambiamento degli stili di vita e delle abitudini di acquisto. «I negozi stanno subendo lo sviluppo dell'e - commerce - sottolinea Quecchia -. Persino i centri commerciali non sono floridi, ci sono grandi metrature vuote. E questo la dice lunga su come stiano cambiando le abitudini dei consumatori. Certamente il Covid con chiusure e misure restrittive non ha aiutato e ha anche incentivato a gestire gli acquisti in modo diverso, da remoto, ma le difficoltà per il settore c'erano già prima».
Le aree
Alcuni distinguo «geografici» sullo stato dell’arte del commerciale tuttavia si possono fare. Il centro storico cittadino tiene dal punto di vista del commercio, minore la tenuta nelle periferie e nei Comuni della provincia dove i negozi faticano maggiormente.
I terreni
Infine le aree agricole che confermano l’andamento dell’anno precedente, con l’eccezione della Franciacorta e dei terreni destinati a vigneto. In terra franciacortina questi ultimi registrano un incremento dei valori grazie alla vivacità del mercato enologico e alla sua declinazione enoturistica e turistico - esperienziale nelle cantine. «C’è un rafforzamento sia della zona del Franciacorta che del Lugana, che negli ultimi dieci anni aveva registrato un exploit - conclude Quecchia - . Per il resto è confermata la fotografia dell’anno precedente».
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